martedì 1 giugno 2010

01/06/2010 - Dalla relazione di Mario Draghi alcune considerazioni sulla disoccupazione giovanile



Il Governo italiano è caduto parecchie volte in contraddizione in questi ultimi mesi, prima negando all’infinito una crisi economica sotto gli occhi di tutti, successivamente varando una manovra correttiva di circa 24 miliardi di euro fatta di “lacrime e sangue” per, citando le parole del Sottosegretario Letta, “permetterci di non fare la fine della Grecia”. Naturalmente la colpa di questi tagli e sforbiciate è stata affibbiata, come nel più scontato dei copioni, all’Europa e alla sinistra.

Ma proseguiamo oltre per far comprendere meglio la situazione. In settimana vi è stata la relazione annuale di Mario Draghi, Governatore della Banca d’Italia, il quale ha rilevato come nel mercato del lavoro italiano la disoccupazione sia arrivata ad un livello altissimo, toccando quasi il 9% al marzo 2010. Dato ancor’più preoccupante che ci teniamo a sottolineare come dipartimento giovanile IdV è però l’incremento dei senza lavoro fra gli under 35, assestatosi intorno al 13%. Ma anche per chi trova un occupazione la situazione non è delle più rosee: spulciando uno degli ultimi studi OCSE effettuati abbiamo inoltre scoperto come la retribuzione di un neo-laureato italiano sia di gran lunga più bassa rispetto ad un suo pari grado introdotto nel mondo del lavoro in qualsiasi altro Stato europeo.

Giovani abbandonati a se stessi quindi; vittime per necessità della precarietà e, in certi casi, dello sfruttamento. La flessibilità in Italia è quindi percepita come una costrizione e non come una possibilità, in altre parole il posto fisso resta per la maggior parte un sogno. Si va avanti a colpi di contratti a termine che chissà se verranno rinnovati. A catena si manifesta quindi l’impossibilità di permettersi una vita autonoma, quindi affittare una casa oppure metter su famiglia restano chimere. E si rimane così per necessità a vivere con i genitori.
Certamente la situazione è allarmante ma non ci deve tuttavia meravigliare; in un Paese dove le clientele e le raccomandazioni regnano sovrane (a scapito del merito) e dove le politiche giovanili sono merce rara cosa ci potremmo mai aspettare ? Potremmo invece dire realisticamente che se non s’investe maggiormente in scuola, università e specializzazione con una razionalizzazione delle spese e degli sprechi la situazione non potrà far altro che peggiorare col passare del tempo, con sempre più giovani a gravare sulla popolazione attiva e con un sistema che rischia l’implosione fra poche decine d’anni. Ci sentiamo quindi di dire che la politica deve agire in fretta mettendo altresì in campo misure concrete volte a favorire l’inserimento e la successiva tutela nel mondo del lavoro dei giovani, agendo con idonei incentivi sulle imprese che investono e assumono lavoratori a tempo indeterminato. I soldi per far ciò si potrebbero trovare in breve termine con una lotta alla corruzione e all’evasione, veri cancri che bloccano lo sviluppo e la competitività del nostro mercato. Affinchè il lavoro resti un diritto di tutti.

Giovani Italia dei Valori Piacenza

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