Sabato
e domenica scorsi si è tenuto ad Acquasparta (TR) uno dei periodici incontri de
LA RETE 2018, associazione nata grazie alla volontà del Sindaco di Palermo Leoluca
Orlando, già fondatore nel 1991 del “Movimento per la democrazia – La Rete”,
con finalità ben precise: “lievito culturale” e “sintesi politica”, senza il
livello di rappresentanza istituzionale, dove l’ascolto e la partecipazione
sono la vera rivoluzione. (i contributi de LA RETE 2018 possono
essere consultati sul sito: www.laretitudine.net
)
L’occasione
è stata utile per esaminare il quadro politico dopo le elezioni di fine
febbraio, con particolare riferimento al risultato del M5S e al conseguente
atteggiamento di responsabilità del PD, manifestatosi già con gli 8 punti
programmatici lanciati da Bersani e
successivamente con la candidature a Presidenti di Camera e Senato di Laura
Boldrini e Piero Grasso, accantonando scelte squisitamente partitiche ventilate
prima delle elezioni.
Un
cambio di linea apprezzabile che può riaprire il dialogo con i cittadini, le
associazioni e i movimenti; con chi in altre parole si dice oggi scontento
della politica. Naturalmente il suddetto modus operandi deve rappresentare un
punto di partenza, da cogliere come opportunità per costruire una visione
politica d’insieme mancata fino ad oggi (e mancata totalmente in questa Seconda
Repubblica).
La
domanda di cambiamento che chiedono i cittadini deve partire proprio dai
partiti, che in crisi di consenso e credibilità (il Pdl ha perso più di 6
milioni di voti rispetto al 2008, il Pd circa 4) hanno l’obbligo di riformarsi
con una legge del “metodo democratico” che garantisca selezione fin dal basso,
maggiore partecipazione, dando così piena attuazione all’articolo 49 della
Costituzione Repubblicana. Altre semplici proposte sono l’abolizione del
finanziamento pubblico ai partiti e il cambio delle legge elettorale per ridare
in mano ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti.
Dai
partiti occorre altresì una stagione di netta discontinuità ed il M5S può fungere in tal senso da grimaldello per
l’attuazione di provvedimenti da troppo tempo rimasti nei cassetti: lotta
ai conflitti d’interesse, all’evasione,
alla corruzione, alle mafie. Vi è quindi un’esortazione al movimento di Grillo
affinché ponga le sue condizioni per far nascere un Governo.
Questa situazione di stallo in conclusione dev’essere
un’opportunità per trovare le soluzioni mirate ad uscire dalla crisi economica,
sociale, istituzionale che viviamo.
Agli
incontri del LA RETE 2018 hanno partecipato molti iscritti ed esponenti
dell’Idv, quali l’europarlamentare Niccolò Rinaldi, lo stesso Orlando oltre ad
Antonio Ingroia, candidato premier di Rivoluzione Civile.
Insieme
a loro si sono potute analizzare le criticità del progetto politico di RC, più
con riferimento al metodo (unione di sigle troppo distanti ideologicamente fra
loro) ed ai tempi piuttosto che alla proposta politica vera e propria.
Due
parole le volevo spendere su Antonio Ingroia al quale va dato onore e merito di
essersi buttato anima e corpo in quest’avventura politica. E soprattutto di averci messo la faccia,
tenendo la schiena dritta, con la consapevolezza di aver lottato per delle cause giuste.
Se
sbagli ma sei un uomo libero puoi ammettere l’errore e ricominciare daccapo.
In Italia l’attuazione di queste parole rimane molto
difficile, d’altronde viviamo in un Paese fondato sul ricatto, sul compromesso,
dove vale il vecchio adagio “scherza coi fanti ma lascia stare i santi”. A lui
pertanto va sincera gratitudine con l’auspicio che la sua figura possa essere
valorizzata come merita.
ANDREA
FOSSATI