giovedì 29 novembre 2012

29/11/2012 - Idv, trasformiamo la crisi in opportunità


Intervento pubblicato da Libertà il 28/11/2012

Quella di Idv è stata per molti giovani la prima tessera di partito messa in tasca. Orgogliosamente.

Negli anni di Governo Berlusconi l’azione politica d’opposizione messa in campo dal Presidente Antonio Di Pietro ha rappresentato una grande speranza per combattere le ingiustizie che venivano perpetrate al Paese, catalizzando intorno a sé consensi ed  interesse.

Tanti militanti non si sono mai risparmiati nelle attività di promozione della linea politica nazionale: banchetti, volantinaggi, preparazione d’iniziative pubbliche sui territori erano attività all’ordine del giorno; l’entusiasmo rappresentava il collante che ci teneva uniti per marciare verso l’obiettivo.

Nella fase di crescita il partito è entrato nelle Istituzioni, nei Consigli e nelle Giunta di numerosi Comuni Italiani, rappresentato tutt’ora da centinaia di cittadini prestati alla politica.

Di Pietro ha pertanto svolto un egregio lavoro, con generosità e disponibilità. Ha “battagliato” contro numerose leggi vergogna (Lodo Alfano, Legittimo impedimento…), per la verità nella trattativa Stato-mafia, per contrastare la corruzione, plasmando man mano quel bellissimo strumento che è l’Idv. Certo, di errori ne sono stati fatti tanti, a partire dalla scelta della classe dirigente, tuttavia quest’avventura non merita di finire così, con abbandoni a raffica e crollo dei consensi. Non lo merita Di Pietro, per storia personale e impegno instancabile che lo stesso leader ha profuso nel partito.

Localmente ho potuto leggera la lettera di Samuele Raggi, Consigliere Comunale Idv, che contiene concetti tanto condivisibili quanto veritieri in risposta al fondo di Pierluigi Magnaschi, ma cade nel solito errore: la mancanza d’autocritica che un gruppo dirigente dovrebbe fare prima d’assolversi da sé. A partire dalla maggiore condivisione e collegialità che servirebbero nelle scelte al fine di valorizzare la militanza, per farla sentire parte integrante del progetto; al fine di costruire una linea politica a livello locale.

Idv potrà quindi continuare a vivere se saprà andare nella direzione della coerenza e credibilità, riscrivendo le regole interne del confronto democratico a partire – prendo in prestito le parole del Coord. Nazionale Idv Rudi Russo – dalla democrazia interna dei partiti, esprimendo dirigenti in grado di portare avanti questi architrave. 

Capiamolo. Riorganizziamoci. Trasformiamo la crisi che ci attanaglia in opportunità per portare una ventata di aria fresca.

Andrea Fossati - Italia dei Valori

mercoledì 7 novembre 2012

05/11/2012 - Idv al bivio fra rilancio ed estinzione. Servono buon senso e coraggio per rinnovare una passione


Leoluca Orlando, Massimo Donadi e il Pres. Di Pietro

Da quando è nata, l’Italia dei Valori vive oggi il momento di più profonda crisi che ha portato amministratori, dirigenti e militanti ad interrogarsi sul cosa fare in termini strategici per migliorare la situazione prima delle elezioni politiche. Il bivio in cui ci troviamo in questo momento è fra rilancio ed estinzione. 
Resto convinto in premessa che in questi anni Idv abbia svolto battaglie fondamentali per difendere i diritti dei cittadini, a cominciare dalle innumerevoli raccolte firme per promuovere referendum: contro il Lodo Alfano, per dire no a nucleare, privatizzazione dell’acqua e legittimo impedimento ed infine per eliminare il “porcellum”. Meriti che vanno dati alle intuizioni politiche di Antonio Di Pietro.

Tutto ciò senza dimenticare l’opposizione intransigente al Governo Berlusconi con le annesse battaglie in difesa della Costituzione, della libera informazione ed il sostegno ai sindacati per riaffermare la centralità del lavoro. Un’esperienza politica, la nostra, di protesta sino alla resistenza e di proposta.

Piano piano, a piccoli passi, anche a Piacenza abbiamo trasformato - grazie alla rilevanza di queste battaglie del nazionale - l’indignazione in buona politica arrivando, insieme a giovani militanti e non, ad atti di abnegazione piena e totalizzante per la causa di Idv.
Persone di diversa formazione ed entità, disposti a percorrere insieme un percorso, con il pregio d’essere accumunati da semplice passione, fatta di ideali, grande spirito di servizio e soprattutto senza alcun secondo fine; ciò ha permesso ad esempio di raccogliere firme pro-referendum e distribuire copie della Costituzione nelle piazze e nelle strade piacentine in pieno inverno o quando altri erano al mare. 

Proprio per i suddetti motivi la fiducia degli italiani cresceva e così pure il numero di adepti a tutti i livelli, ma col tempo facevamo gola non solo ad onesti ma pure -fisiologicamente- a personaggi di dubbia moralità e a coloro che consideravano il partito un taxi elettorale. Vien da sé che allontanare immediatamente chi è stato scoperto commettere fatti gravi non può che considerarsi un punto a favore (vedi Nanni in Emilia-Romagna, Maruccio nel Lazio), ma oggi come oggi non può bastare, occorre prevenire imponendo regole stringenti a monte, dato che i casi non si contano più sulle dita di una mano e gli stessi hanno minato fiducia, entusiasmo e partecipazione, elementi cardine indissolubili per un partito come l’Italia dei Valori.
Soprattutto nei provinciali, lontani dalla luce dei riflettori, si sono potute notare frequenti anomalie.

Leoluca Orlando, Portavoce Nazionale Idv, in una recente intervista ha sottolineato come l’errore di Di Pietro sia stato quello di poter pensare di fare tutto da solo, senza un apparato, errore che a cascata è stato ripetuto dai provinciali.
Occorrerà quindi una riorganizzazione interna di Idv a partire dai territori, valorizzando le competenze della militanza, coinvolgendola maggiormente nelle decisioni (quindi più democrazia, più collegialità di quella vista ora), perchè tutti devono essere considerati risorse fondamentali per il sacrificio e il tempo che dedicano al partito. Insieme a loro dovrà essere costruita una linea politica chiara che sappia far emergere il partito sul territorio.
All’Assemblea Nazionale di dicembre occorrerà quindi intraprendere decisioni drastiche perchè il cammino politico Idv giunga ad una nuova alba. Servono buon senso e coraggio per rinnovare una passione.

Andrea Fossati
Coordinatore giovani Italia dei Valori Piacenza

mercoledì 31 ottobre 2012

31/10/2012 - Trattativa Statto-Mafia: bene il Governo parte civile


Intervento pubblicato su libertà il 29/10/2012

Il Governo ha annunciato di volersi costituire parte civile a ridosso dell’udienza preliminare nell'ambito del processo riguardante la trattativa Stato-Mafia.  Una decisione attesa e apprezzabile quella presa dall’esecutivo di Mario Monti, passo avanti doveroso  nei confronti delle vittime di quella terribile stagione e dei loro familiari, nonché dei cittadini che si stanno battendo da anni alla ricerca della verità.
Governo parte offesa quindi, a rimarcare il fatto di essere stato colpito alle spalle dai suoi stessi servitori che, dopo la strage di Capaci, dietro le quinte tentarono di arrivare alla “cupola” alla ricerca di un accordo di non belligeranza.
Con il suddetto comportamento era chiaro che pezzi deviati delle Istituzioni volevano chiudere questa stagione senza combattere, arrendendosi, cedendo al ricatto di sangue messo in atto da Cosa Nostra, evitando in tal modo altre stragi. La morte di Giovanni Falcone accelerò le cose; Paolo Borsellino capì quanto stava succedendo intorno a lui e ne rimase sconvolto: potevano le Istituzioni di uno Stato democratico trattare con chi aveva sterminato da ultimo un suo fedele servitore, l’amico Giovanni Falcone ? Si sarebbe dovuto trovare un accordo con chi chiedeva la revisione del maxi-processo e altri benefici ?
Impossibile per Borsellino pensare minimamente ad una simile eventualità; il Giudice tirò dritto, consapevole di essere ormai abbandonato al suo destino nonché ostacolo alla trattativa. Terminata questa terribile stagione nacque la Seconda Repubblica che affonda i suoi pilastri nel sangue delle stragi.
Ed ora siamo arrivati ad uno snodo chiave della vicenda, dove il desiderio è che si faccia piena luca su questa torbida vicenda. Per rispetto dei giudici e dei ragazzi in divisa vittime delle stragi.

Andrea Fossati

sabato 28 luglio 2012

28/07/2012 - Nucleare, ora tocca alle scorie. Presa di posizione della Provincia grazie ad emendamento Idv




pubblicato da libertà il 26 luglio 2012

Nel giugno 2011 furono celebrati quattro referendum dove milioni e milioni d’italiani scelsero di votare altrettanti sì per un’Italia diversa e migliore: libera dal nucleare, da speculazioni sull’acqua, ove la legge è uguale per tutti. Referendum che poterono essere celebrati perchè durante l'inverno precedente i militanti dell'Idv in solitudine raccolsero le centinaia di migliaia di firme necessarie.
Sulla questione nucleare in particolare, nonostante l’esito favorevole della consultazione, è bene sapere che per centinaia di anni avremo a che fare giocoforza con scorie radioattive che lasceremo in eredità alla future generazioni.

Entro il 2013, anche per evitare il rischio di infrazioni comunitaria, Sogin dovrà però redigere una mappatura dei siti più sicuri e idonei ad ospitare materiale radioattivo. Si prevede che tale deposito sarà adibito a contenere circa 80 mila metri cubi di scorie  a media e bassa attività e 13 metri cubi ad alta intensità, provenienti da prodotti di ricerca, sanità e industria. L’investimento complessivo ammonterà a circa 2,5 miliardi di euro.

Del tema si è ampiamente dibattuto nel Consiglio Provinciale u.s. in cui, grazie ad un emendamento del Consigliere Idv, Gazzola, la Provincia di Piacenza ha espresso all’unanimità “l’assoluta contrarietà alla realizzazione nel territorio piacentino di un deposito di rifiuti nucleari sia temporaneo che definitivo”. Dichiarazioni che fanno il paio con quelle della Regione Emilia-Romagna che si è già detta indisponibile a più riprese ad ospitare qualsivoglia deposito.

Un passaggio di estrema importanza considerato che, a sentire il Ministro Passera, difficilmente i Comuni/Province già sedi d’impianti nucleari sapranno resistere alle prospettive offerte in cambio.
Non vorremmo mai che un governo che non si decide a lasciare l’Afghanistan ma è pronto ad abbandonare i suoi presidi sul territorio decidesse di gettare i rifiuti nucleari dell’Italia intera nella “pattumiera” di Caorso.

Andrea Fossati – Coord.re giovani Italia dei Valori Piacenza

mercoledì 25 luglio 2012

25/07/2012 - Province: se referendum deve essere, lo si faccia per chiedere agli italiani se considerano l'ente utile o meno


Intervento pubblicato da Libertà il 25/07/2012

Secondo Italia dei Valori il tema non è più riferibile alla salvezza della Provincia di Piacenza (che è già stato deciso) ne tantomeno al referendum che dovrebbe stabilire con chi accorparci: Parma e Reggio Emilia oppure  Lodi.
Un ragionamento più complesso che dobbiamo sforzarci di fare riguarda la spesa pubblica di uno Stato che sta franando, con lo spread ritornato a quota 500.
Uno Stato che in tutte le sue articolazioni deve fare la sua parte. La politica deve fare altresì la propria, soprattutto se vuole esprimere una classe dirigente capace di guardare più avanti del proprio naso, non limitandosi a difendere le poltrone e lisciare il pelo ai campanilismi interessati.
Nella campagna elettorale del 2008 tanti parlavano di abolire le Province. Ci sono dichiarazioni di numerosi esponenti politici in questa direzione (Berlusconi, Pisanu, Bondi, Casini, da ultimo Scajola), ma una volta passate le elezioni, portati a casa i voti, non se ne fece nulla.
L’idea che i cittadini hanno delle Province è più legato alla cultura, al territorio e ai suoi prodotti che non  ai compiti che la stessa Provincia svolge. Sono funzioni già delegate dalla Regione e che possono farvi ritorno oppure delegabili altresì ai Comuni.
Crediamo che i plebisciti vadano lasciati alla storia e i referendum dedicati a cose serie. Se proprio si vuole farne uno  lo si faccia per stabilire se abolire o meno tutte le Province: si chieda quindi di calendarizzare la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare.
Le procedure di revisione costituzionale prevedono che dopo l’approvazione in doppia lettura da parte di Camera e Senato la riforma, se non ha ottenuto una maggioranza dei 2/3, è sottoposta a referendum confermativo. Basta approvare la legge a maggioranza semplice e poi rimettersi al referendum confermativo (che per giunta è senza quorum). Si lasci agli italiani tutti decidere direttamente se considerano le Province utili o meno.

Luigi Gazzola - Consigliere Provinciale Idv
Andrea Fossati - Coord.re giovani Idv

domenica 22 luglio 2012

22/07/2012 - Mozione Idv su intitolazione aule giudiziarie ai magistrati vittime di terrorismo e mafia



Ecco il testo del documento che verrà discusso in una delle prossime sedute del Consiglio Provinciale di Piacenza:



Al Sig. Presidente del Consiglio provinciale 

Al Sig. Presidente della Provincia  


MOZIONE 

Il Consiglio provinciale di Piacenza

Richiamate le parole del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con le quali – in occasione della Giornata della Memoria in ricordo dei 26 magistrati vittime del terrorismo e delle stragi di mafia - ha espresso con forza il rifiuto della violenza e della rottura della legalità in qualsiasi forma, ricordando tutte le vite spente dalla violenza, il lavoro dei giudici nella lotta alla criminalità organizzata e la funzione essenziale della giustizia, contro ogni minaccia e prevaricazione; 

Ritenuto di condividere le considerazioni del Presidente Napolitano secondo il quale “dal sacrificio di tanti uomini di legge è stato offerto un contributo peculiare di fermezza e di coraggio per resistere alla follia del terrorismo e della criminalità mafiosa e affermare - amministrando la giustizia secondo Legge e secondo Costituzione - la libertà, la legalità e quei principi della convivenza democratica, su cui poter contare in funzione di uno sviluppo economico, politico e civile degno delle tradizioni democratiche e del ruolo dell'Italia”; 

Considerata l’esigenza, nella attuale situazione del Paese, di tenere sempre alta la guardia sia contro il riattizzarsi di focolai di fanatismo politico e ideologico sia contro l'aggressione mafiosa; 

Ritenuta la necessità – anche quale tributo di riconoscenza - di perpetuare la memoria e gli insegnamenti tramandati da tutti coloro, magistrati, tutori dell’ordine e cittadini che hanno dato la propria vita in difesa della legalità e della giustizia, rendendo partecipe la popolazione e le giovani generazioni dei valori di impegno civile e democratico di cui sono stati interpreti e testimoni fino all’estremo sacrificio, mediante l’intitolazione di locali, aule, vie e spazi pubblici. 

Rilevato che le aule degli uffici giudiziari piacentini risultano essere semplicemente ed anonimamente individuate con carattere numerico;

Invita il Presidente e la Giunta provinciale a promuovere, in collaborazione con il Presidente del Tribunale, il Procuratore della Repubblica, il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati, il Comune di Piacenza ed altre Autorità, l’intitolazione delle aule giudiziarie piacentine al nome di magistrati che per l’alto senso dello Stato, fino al sacrificio della vita, siano riconosciuti testimoni esemplari dei valori di legalità, giustizia e rispetto delle Istituzioni. 

Piacenza, 19 luglio 2012

mercoledì 18 luglio 2012

18/07/2012 - Vent’anni fa moriva chi ostacolò la trattativa Stato-mafia : il Giudice Paolo Borsellino



Sono passati vent’anni da quel 19 luglio 1992 in cui persero la vita Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta:  Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina, Claudio Traina. Erano le ore 16.52 quando la fiat 126 imbottita di tritolo che si trovava in via D’Amelio fu fatta esplodere causando la strage. 

Di quel tragico pomeriggio, complice la giovane età, conservo pochi flash ma indelebili. Come molti mi trovavo ad osservare sgomento i filmati delle edizioni speciali dei tg nazionali, scoprendo pochi istanti dopo che nell’esplosione era rimasto ucciso il Giudice Borsellino. A distanza di vent’anni quei video, visti e rivisti grazie agli approfondimenti realizzati, sembrano appartenere ad un incubo. “Palermo sembrava Beirut” è la frase che ritorna in auge quando si ricordano quei momenti. 

Si scoprì col tempo che dietro quella terribile mattanza si celava una trattativa demandata a componenti delle Istituzioni nelle persone dell’allora colonnello del Ros Mario Mori e del capitano De Donno che scelsero l’ex Sindaco di Palermo Don Vito Ciancimino come tramite per arrivare alla “cupola”.  

Con il suddetto comportamento era chiaro che lo Stato voleva chiudere questa stagione senza combattere, arrendendosi, cedendo al ricatto di sangue messo in atto da Cosa Nostra, evitando in tal modo altre stragi. La morte di Giovanni Falcone accelerò le cose; Paolo Borsellino capì quanto stava succedendo intorno a lui e ne rimase sconvolto: potevano le Istituzioni di uno Stato democratico trattare con chi aveva sterminato da ultimo un suo fedele servitore, l’amico Giovanni Falcone ? Si sarebbe dovuto trovare un accordo con chi chiedeva la revisione del maxi-processo e altri benefici ? 

Impossibile per Borsellino pensare minimamente ad una simile eventualità; il Giudice tirò dritto, consapevole di essere ormai abbandonato al suo destino nonché ostacolo alla trattativa. Terminata questa terribile stagione nacque la Seconda Repubblica che affonda i suoi pilastri nel sangue delle stragi. 

Da allora sono stati  fatti passi in avanti ma permangono troppi silenzi e reticenze dei protagonisti dell’epoca. Uno di questi è Nicola Mancino, Ministro dell’Interno nel 1992 ed indagato per falsa testimonianza nell’inchiesto sulla trattativa Stato-mafia, balzato agli onori delle cronache perché in alcune intercettazioni telefoniche chiese al Consigliere del Presidente della Repubblica Loris D’Ambrosio un intervento sulle procure. Mancino ne parlò pure con Napolitano, il quale ha sollevato un conflitto d’attribuzione sui questi suoi colloqui ponendo di fatto in stato d’accusa la Procura di Palermo. 

Così, mentre servirebbe uno sforzo supplementare delle Istituzioni tutte per illuminare  gli angoli bui del passato, assistiamo a comportamenti che mirano a far dimenticare questa storia, a cancellarla per sempre. 

Pur rispettando la decisione del Presidente risulta difficile condividerla nel merito. Sarei stato più contento di sapere che il Capo dello Stato  avesse ammonito Mancino per essersi permesso di fare tali richieste, prendendone conseguentemente le distanze. Ed invece sulla vicenda si vuole far calare il silenzio, non si ha la volontà di trasmettere all’opinione pubblica cosa sta succedendo. 

“Io credo che i cittadini debbano impegnarsi ciascuno per la sua parte, ciascuno nel suo ruolo, ciascuno nel ruolo che svolge nella società per dare il proprio contributo per conquistare insieme la verità, pretendendo ed esigendola, da cittadini, perché la verità è difficile, imbarazzante, può essere solo frutto di una conquista collettiva, di uno sforzo collettivo”. Sono parole di Antonio Ingoia, procuratore aggiunto della procura distrettuale antimafia di Palermo, da anni impegnato in prima linea per far luce sulla trattativa. Frasi da cui dobbiamo ripartire con la necessità di pretendere chiarezza sulla vicenda senza mai perdere la speranza. Quella speranza che Paolo Borsellino riponeva idealmente nei giovani affinché il suo lavoro non andasse perduto bensì da loro tramandato. 

Andrea Fossati

martedì 10 luglio 2012

11/07/2012 - Legge elettorale: punto fermo restituire centralità agli elettori



Partorito dalla mente del leghista Roberto Calderoli sul finire del 2005, l'attuale sistema elettorale fatto esclusivamente di liste bloccate -meglio conosciuto come "porcellum"- è ancora protagonista del dibattito politico di questi giorni.

In soldoni tutti i partiti che siedono in Parlamento parlano di un suo superamento ma i modelli in discussione sono troppi e vari perchè si arrivi ad un accordo condiviso. A dir la verità tutto questo bailame paroleccio sembra essere nella maggior parte dei casi strumentale dato che, tirando le somme, a quasi tutte le formazioni politiche starebbe bene un sistema che garantisce l'elezione dei parlamentari sulle base di graduatorie decise da loro stessi.

Unica iniziativa concreta per liberarsi della porcata fu la raccolta di firme pro referendum in favore del ritorno ai collegi uninominali. Partita dai referendari, da Idv e Sel, la raccolta vide poi l'adesione del Pd, Fli e di singoli esponenti di altri partiti; tuttavia l'oltre 1.200.000 firme furono spazzate via dalla Consulta perchè fosse passato il referendum ci saremmo trovati in una situazione di vuoto normativo.

In questa prima parte del 2012 si sono poi susseguiti appelli su appelli del Presidente Napolitano con esortazione dei partiti affinchè trovassero un accordo per cambiare la suddetta legge. L'ultimo del 9 luglio, quando il Capo dello Stato ha alzato il tiro chiedendo una decisione a maggioranza del Parlamento.

Parole condivisibili, da prendere in considerazione per sfornare un sistema elettorale degno di questo nome evitando di usarle come scusa elaborando in fretta e furia, magari sottobanco, un "rimedio peggiore del male".

L'obiettivo primario deve restare la restituzione della centralità agli elettori, mantenendo l'indicazione primaria del candidato premier e della coalizione che lo sostiene. Un buon punto di partenza sostenuto dallo stesso Di Pietro sarebbe prendere in considerazione quel 1.200.000 firme raccolte un anno fa.

Andrea Fossati - Idv Piacenza

domenica 1 luglio 2012

01/07/2012 - Gazzola entra in Consiglio Provinciale. Fossati (Idv): "ha dimostrato grande senso di responsabilità"



L'articolo apparso su Libertà in data 30-06-2012
«Avrei preferito che a occupare questo posto, oggi, fosse un giovane, per lasciare anche a chi si avvicina alla politica per la prima volta la possibilità di sperimentare questa esperienza. Ma ha prevalso l'indicazione che il voto degli elettori, prima di tutto, dovesse essere rispettato. Così eccomi qui». Queste le parolecon cui Luigi Gazzola, ha fatto ieri il suo ingresso in consiglio provinciale. Il nuovo capogruppo dell'Italia dei valori è subentrato a Samuele Raggi, che, come annunciato, ha scelto di lasciare il posto in Provincia per occupare l'incarico di consigliere comunale a Palazzo Mercanti. Un passaggio di consegne che ha ricevuto il plauso di Andrea Fossati, responsabile giovani dell'Idv: «Con grande senso di responsabilità - spiega - Gazzola ha deciso di accettare l'ingresso in consiglio provinciale. In un periodo di così forte crisi per la politica, è necessario affidarsi a figure credibili e competenti, capaci di interpretare al meglio le esigenze delle comunità. A Gazzola, che nel partito e a livello istituzionale ha sempre operato con grande professionalità, va il nostro più sentito "in bocca al lupo" per affrontare quest'ultima parte di mandato in veste di consigliere provinciale. Ringraziamo anche Samuele Raggi per il lavoro fatto in questi anni e per essersi coerentemente dimesso dalla Provincia dopo l'elezione in consiglio comunale».



venerdì 25 maggio 2012

25/05/2012 - La sfida che il centrosinistra deve fare sua: riportare al voto gli astenuti e arginare il fenomeno 5 Stelle




Di seguito alcuni riflessioni sul voto amministrativo considerato il risultato di Piacenza e degli altri principali comuni capoluogo. 

1) E' sotto gli occhi di tutti i cittadini l’implosione del centrodestra, sia sul versante Pdl che  su quello leghista;  un’ emorragia di consensi che li porta lontano dai fasti delle passate tornate elettorali.  Colpa da attribuire agli  scandali venuti a galla a tutti i livelli, pur considerando che alla base di questa sconfitta c’è stata l’incapacità di rispondere alle necessità del Paese (soprattutto sul versante economico) ed una buona dose d’incoerenza nelle scelte squisitamente politiche. A Piacenza abbiamo l’esempio lampante: in Provincia Pdl-Lega Nord e Udc governano insieme mentre per entrare a Palazzo Mercanti si sono presentati ognuno con un proprio candidato e tutti contro tutti;

    2) Il centrosinistra può dirsi sì soddisfatto dell’esito delle urne, specialmente, dati alla mano, dov’era presente l’alleanza Pd-Idv-Sel, ma ora bisogna interrogarsi sul dato relativo all’astensione e sull’exploit del movimento di Beppe Grillo. Certa è la conferma e la riconquista di numerosi comuni italiani con il determinante apporto di candidati credibili da un lato (Orlando a Palermo è l’esempio lampante ma troviamo anche Doria a Genova e lo stesso Dosi) e con  liste non contraddistinte da connotati politici  capaci di raccogliere percentuali a due cifre dall’altro. Nel nostro capoluogo “I Moderati”, progetto inizialmente nato in quel di Torino come movimento d’ispirazione centrista e liberale, ha fatto la parte del leone bissando il successo della lista dei “Per Piacenza con Reggi” del 2007. Il leitmotiv della “rete” di cittadini uniti a Paolo Dosi che hanno messo a disposizione le loro competenze interpretando il mandato politico come un servizio alla collettività è risultato vincente. Una formula da poter ripetere alle prossime politiche con la definizione fin da subito di un programma basato su pochi e ben delineati punti programmatici;

      3) In mezzo ai due poli troviamo la realtà dei 5 Stelle di Beppe Grillo che entrano nella storia avendo conquistato la vicina Parma e attestandosi intorno al 10% in molti Comuni fra cui pure Piacenza.  Diamo per acclarato che il voto 5 Stelle non rappresenta  un rifiuto alla politica quanto agli stessi tradizionali partiti non in grado di riformare e riformarsi. Particolare a sostegno della tesi sono le preferenze prese dai stessi candidati a 5 Stelle, sempre di parecchio inferiori al voto  di simbolo, ergo è premiata in linea di massima la richiesta di cambiamento di cui lo stesso movimento si fa carico;

      4) L’alta percentuale di non votanti: a Piacenza si è astenuto quasi un elettore su due, trend verificatosi più o meno in tutti i comuni dove si è andati alle urne. Una disaffezione attesa e comprensibile che fa il paio con chi ha scelto di affidarsi al M5S, delusi da una politica autoreferenziale incapace di decidere;

    5) Ed allora per far in modo che le formazioni politiche riacquisiscano credibilità è necessario che vengano datisegnali ai cittadini: scelta di facce credibili che interpretino la politica come un servizio, percorsi all’insegna della meritocrazia interna a tutti i livelli, proposte concrete su come uscire dalla crisi (a cui aggiungere le riforme indispensabili per la tenuta del Paese). E’ questo lo scatto necessario che arginerebbe l’astensionismo e restituirebbe consenso alle formazioni politiche. 

       Una sfida che il centrosinistra deve fare sua.

Andrea Fossati 

martedì 15 maggio 2012

15/05/2012 - Le buone intenzioni non bastano più


E' di oggi l'ennesimo appello del Presidente della Repubblica affinchè il Parlamento licenzi una nuova legge elettorale, considerata da Napolitano "nodo essenziale da sciogliere...assolutamente ineludibile". Tornare al voto con il Porcellum sarebbe infatti un'ipotesi disastrosa per già abbondantemente compromessa credibilità dei partiti e avrebbe effetti negativi a livello internazionale.

Eppure sembra incredibile anche solo pensare che la legge fatta su misura dal centrodestra e per il centrodestra nel dicembre 2005 al fine di evitargli la sconfitta elettorale sia ancora viva e vegeta fra noi. Nessuno la vuole ma tutti, chi più chi meno, se la tengono, con la lodevole eccezione dei promotori (l'Idv, Sel, I Democratici e il Pli e altre piccole sigle a cui vanno aggiunti esponenti sparsi del Pd fra cui Parisi) del referendum abrogativo contro la legge bocciato dalla Consulta.

Perchè il problema sostanziale è passare dalla parole ai fatti, dalle promesse alla concretezza, così come sul tema del "rimborso elettorale", dove Idv ha raccolto 200.000 firme per una legge d'iniziativa popolare che mira ad eliminarlo completamente di cui si dovrà tener conto, rinunciando altresì all'ultima rata del rimborso per le politiche del 2008.

Un altro esempio è rappresentato dal Ddl anticorruzione, ostacolato in tutti i modi dai residuati dei Berluscones e nonostante questo tipo di reati ed i suoi affini ci costino ogni anno 60 miliardi di euro, pari ad una finanziaria lacrime e sangue.

Occorre quindi uno scatto d'orgoglio per far uscire l'Italia dalla palude. Pd-Idv-Sel (con dosi di civismo) è l'alleanza più naturale possibile che pure nei Comuni italiani chiamati al voto ha dato buoni frutti, risultato di anni di (buon) governo locale. Ripeterla a livello nazionale non è impossibile, cominciamo subito a costruire un progetto d'alternativa. Se non ora, quando ?

Andrea Fossati

lunedì 14 maggio 2012

14/05/2012 - Verso il ballottaggio Dosi-Paparo. Alcune considerazioni

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Archiviato il primo turno di elezioni amministrative del 6-7 maggio molti capoluoghi di Provincia  si preparano al ballottaggio. A Piacenza com'è noto la sfida sarà fra Paolo Dosi (che ha ottenuto il 47,11 % pari a 22878 voti ed è sostenuto da Pd-Idv-Sinistra e Moderati) e Andrea Paparo (31,07% pari a 15086 voti con Pdl-Piacenza Viva-Sveglia).

Alcune considerazioni in ordine sparso:

-Dopo un inizio di campagna soft e tutt'altro che critico verso l'amministrazione, passato addirittura per l'elogio a Spazio 4, il candidato del Pdl si sta giocando e due settimane di ballottaggio in modo maggiormente aggressivo, prova ne sono gli attacchi all'attuale Giunta con un comunicato in cui si evidenziano a suo dire gli sprechi degli ultimi tre anni (LINK), a cui ha risposto Roberto Reggi (LINK), e l'immediata richiesta di un confronto pubblico in Piazza Cavalli che si svolgerà mercoledì sera;

-Sempre riguardo a Paparo è arrivata venerdì u.s. in modo diretto da parte sua la richiesta dei consensi del M5S con un blocco di proposte all'insegna della trasparenza amministrativa. In questo caso la mossa sembra oltremodo forzata, dettata più dalla necessità di recuperare terreno che da una sincera convinzione; e poi perchè alcune di queste misure (LINK), come ad esempio i consigli on line non sono stati fin qui proposti in Provincia, dove Paparo ricopre la carica di Assessore da tre anni ? Il classico caso del troppo che stroppia e che fa il paio con i progetti di città sicura messi nero su bianco dal candidato del centrodestra. Sulla carta tutti lodevoli, ma che messi in fila e valutati con quanto fatto dall'opposizione in Comune in questo decennio sanno  tanto di promesse elettorali;

- Riassumendo questi attacchi all'arma bianca permetteranno a Paparo di recuperare sì rispetto al 31 % del 6-7 maggio, ma difficilmente potrà realizzarsi il ribaltone, proprio per quanto sopra detto e soprattutto considerando il buon lavoro svolto dall'Amministrazione Reggi;

- Sulla campagna di Dosi e della coalizione di centrosinistra bene si è fatto a non effettuare voli pindarici con programmi futuristici. Giustamente Paolo ha sempre sottolineato come l'obiettivo sarà quello di conservare gli standard fin'ora raggiunti (VIDEO), dal sociale ai servizi alle famiglie, mettendo un attenzione particolare al lavoro, alla ricerca/università e puntando sul ruolo della cittadinanza attiva.

- Ultimo punto: la tradizione di buon governo del centrosinistra sul territorio piacentino; considerando inoltre che quando è stato chiamato ad amministrare il centrodestra, da ultimo a Palazzo Garibaldi, a dispetto delle mirabolanti promesse, non si è mai andati oltre all'ordinaria amministrazione.

Andrea Fossati

lunedì 30 aprile 2012

30/04/2012 - Considerazioni sulla prima "Festa dei Valori"

I giovani Idv con Silvana Mura e Massimo Donadi


Quest'ultimo vissuto insieme ai militanti di Idv è stato un fine settimana a dir poco frenetico. Il 27, 28, 29 aprile si è tenuta infatti in città - a fianco del palazzetto dello sport di via IV novembre - la prima "Festa dei Valori", con un menù a base di politica, piatti tipici (a kilometro zero, della nostra terra) e buona musica. 

E proprio perchè era l'esordio del partito provinciale in una kermesse del genere la tensione e nello stesso tempo la voglia di far bene risultavano alte, mischiandosi insieme man mano che ci si avvicinava alla tre giorni.  

Certamente una menzione d'onore va al nostro Sergio Cavozzi, Presidente della Pro Loco di Vernasca, delle cui risorse umane e materiali sicuramente non avremmo potuto fare a meno e che sono risultate fondamentali per la buona riuscita dell'evento. Il resto lo han fatto la passione e l'entusiasmo degli iscritti, dei tanti giovani candidati, ognuno impegnato nella propria mansione: chi a fare accoglienza, chi al servizio ed ai tavoli, chi a raccogliere firme per la legge d'iniziativa popolare che mira ad abolire il rimborso elettorale.

Samuele Raggi, Antonio Di Pietro e Paolo Dosi


Nel dettaglio, siamo partiti il 27 con ospite d'eccezione Antonio Di Pietro che, oltre a farci l'onore di inaugurare la festa con tanto di taglio del nastro, ha svolto un intervento in sostegno del candidato Sindaco Paolo Dosi rimarcando quelle che sono le caratteristiche di Idv, definendola come "una moglie fedele col mattarello, meglio di un'amante tradritrice" (cit. Libertà). Lo stesso Presidente aveva vicino a sé Samuele Raggi, capolista del partito alle Comunali, che ha elogiato per il lavoro svolto fin qua in Provincia come Consigliere esortandolo a proseguire sulla strada tracciata.

Massimo Donadi durante il suo intervento alla festa Idv

Sabato 28 è stata la volta del Capogruppo alla Camera Massimo Donadi, accompagnato dal Segretario Regionale Silvana Mura, con cui si è dibattuto delle misure che sta attuando il Governo Monti. Per Donadi non si puo' pensare di uscire dalla crisi colmando il debito dello Stato sempre con maggiori tasse; la ricetta consiste nel tagliare la spesa pubblica e reinvestire i soldi risparmiati in progetti e seri interventi strutturali. E poi, combattere l'evasione fiscale, vero cancro del Paese che ci costa svariati miliardi di euro l'anno.

In mezzo agli eventi tutti i candidati hanno potuto interagire con i partecipanti alla festa, presentarsi, raccogliere suggerimenti e fare conoscere i progetti del partito per la città futura: dallo sviluppo del centro storico allo stop al consumo del suolo, con particolare attenzione alla questione morale in atto visto il vero e proprio dilagare di inchieste che riguardano politici della nostra città e provincia.

Ieri sera è calato il sipario ed è stato tracciato un primo bilancio - positivo - di questa tre giorni. Un risultato raggiunto grazie a chi ci ha lavorato alacremente con passione, entusiasmo e spirito di servizio. Ora non dobbiamo fermarci, il 6 maggio è vicino.

Andrea Fossati - Idv Piacenza

venerdì 27 aprile 2012

27/04/2012 - Lo Stato deve proteggere un simbolo dell'antimafia come Pino Maniaci. Telejato non può essere chiusa


Il passaggio al digitale terrestre è previsto solamente per le emittenti commerciali, quelle che hanno come editori società di capitale. Per il suddetto motivo TELEJATO, emittente comunitaria di proprietà di Pino Maniaci, autentico baluardo antimafia in terra siciliana e non, verrà spenta; lo switch-off è fissato per il 30 giugno prossimo.

La notizia è di quelle che fanno male come un pugno nello stomaco e volte a constatare che, lo ha ribadito lo stesso Maniaci in quel di Piacenza pochi giorni fa, "la mafia non è riuscita a chiudermi, lo Stato sì". 

La finanziaria 2011 prevedeva infatti che a queste emittenti comunitarie, ovvero tv onlus di associazioni, movimenti e partiti (circa 200 sparse nel Paese)  non venisse data la possibilità di passare dall'attuale analogico al digitale terrestre. Ergo dovranno chiudere senza possibilità d'appello.

Ma guardiamo più da vicino alla vicenda di Pino che dal lontano 1999, quando rilevò la tv,  mise in campo tutto se stesso, informando e allo stesso tempo lottando, facendo nomi e cognomi di appartenenti alla criminalità organizzata, svelando i loro loschi affari. Seguirono minacce, violenze psicologiche e fisiche a lui e alla sua famiglia. E' notizia di ieri l'arrivo dell'ennesimo messaggio intimidatorio nei confronti del Direttore di Tejejato, invitato a lasciare Partinico (qui il testo).

Loro, i PDM come li chiama Pino usando l'arma dell'ironia, stanno per ottenere ciò che hanno sempre desiderato. La speranza risiedeva in un emendamento alla legge sull'assegnazione delle frequenze che però sembra essere rimasto lettera morta in Parlamento. Ed allora si stanno moltiplicando gli appelli per far in modo che TELEJATO possa continuare la sua martellante attività d'informazione libera ed indipendente, proprio sulla base del principio che recita l'articolo 21 della nostra Costituzione.

Occorre stringersi intorno a Pino, fare passa parola dell'accaduto e mobilitarsi affinchè venga scongiurata la chiusura dell'emittente.

Andrea Fossati

giovedì 26 aprile 2012

26/04/2012 - L'importanza della preferenza

 

Veniamo da anni di battaglie perchè in Italia sia cambiata una legge elettorale definita dal suo stesso creatore una porcata dato che, come tutti saprete, l'eletto non viene scelto dall'elettore ma bensì dalle segreterie di partito sulla base di un listino preconfezionato.

Nel tempo quasi tutti i partiti indistintamente hanno promesso riforme, depositato DDL, ora addirittura sembra esserci sul tavolo solo la proposta ABC di ritorno al proporzionale (leggasi Prima Repubblica) in cui C, cioè Casini, con sommo gaudio sarebbe sempre e comunque l'ago della bilancia.

La premessa per dire che il 6-7 maggio, quando avranno luogo le elezioni amministrative in 1014 Comuni italiani, tra cui la nostra Piacenza, i cittadini potranno scegliere sia il loro Sindaco che chi andrà a rappresentarli in Consiglio Comunale, questi ultimi attraverso l'utilizzo della preferenza.

Di questi tempi mica poco, perchè sarà finalmente possibile dare fiducia alla persona nel vero senso del termine. Dovrete scegliere colui che sarà deputato a lavorare per voi, informarvi e coinvolgervi sui temi della città, punto di riferimento in caso di esigenze che riguardano il vivere quotidiano del Comune. In altre parole l'obiettivo è puntare su chi garantisce affidabilità. 

Nei dieci giorni che ci separano dalle consultazioni il consiglio è chiedere, partecipare, venire sui banchetti (miraccomando passate in quelli Idv anche per fare due parole coi nostri giovani candidati, e vi assicuro ce ne sono di davvero in gamba, ognuno di loro portatore d'entusiasmo e rappresentante del tanto sospirato rinnovamento). Insomma, rompete le scatole senza lasciarvi prendere da quel sentimento di antipolitica oggi molto diffuso. E poi, scegliete la persona.

Andrea Fossati

martedì 24 aprile 2012

24/04/2012 - Finanziamento ai partiti, la raccolta firme Idv e alcune considerazioni



E' iniziata sabato la raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare che cancellerà l’attuale legge sul "rimborso elettorale" - così si chiama ora - ai partiti. Al di là dell'egregio risultato ottenuto in termini di sottoscrizioni è stato positivo constatare la voglia di conoscere e approfondire l'argomento da parte dei cittadini:

-Un punto concerne l'ultima annualità di rimborso 2008-2013 spettante ai partiti. Sarebbe opportuno che la stessa venisse  restituita al mittente; in altre parole le formazioni politiche dovrebbero rinunciare alla tranche come segno di buona volontà verso la popolazione a cui viene chiesto di tirare continuamente la cinghia, prima dal Governo Berlusconi, ora da quello di Monti. I soldi potrebbero essere usati per qualsiasi altra finalità sociale.

Una frase di Enrico Berlinguer diceva che "non si possono chiedere sacrifici ai lavoratori senza colpire esosi ed intollerabili privilegi", sicuramente un gesto di questo tipo da parte di ogni partiti sarebbe un buon punto di partenza anche per cominciare a recuperare quella credibilità perduta nel tempo.

-Secondo punto, entrando nel merito della nuova legge da scrivere, dopo le vicende Lusi e Belsito, apice di un sistema di rendicontazione privo di qualsiasi trasparenza e (paradossalmente) controllo, occorre attuare una metodologia che impedisca la distribuzione di soldi a pioggia  ai partiti, bensì basandosi su un sistema di entrate-uscite 1 a 1 con un esame specifico delle voci di spesa e sanzioni più pesanti di quelle previste in caso d'irregolarità.

-Terzo punto, la nuova legge dovrà prevedere una notevole riduzione degli importi incassati dalle formazioni politiche. Per fare ciò basterebbe che i finanziamenti fossero percepiti sulla base dei voti validi ottenuti (mentre oggi la suddivisione avviene tenendo conto degli aventi diritto) diminuendo l'importo erogato da 1 euro a 50 centesimi per voto. In più si potrebbe alzare l'asticella di chi ha diritto a percepirli ai partiti con almeno il 2 % dei voti validi ottenuti.

Dobbiamo cambiare questa legge subito. Cominciamo col metterci la firma per dare un segnale al Parlamento. Facciamolo subito.

Andrea Fossati

lunedì 16 aprile 2012

16/04/2012 - Dal Porcellum alla bozza Violante, ovvero dalla padella alla brace


Pubblicato da Libertà in data 20.04.2012

Capeggiati da Arturo Parisi venti parlamentari di centrodestra e centrosinistra hanno recentemente sottoscritto un documento in cui si dice che il ritorno al sistema elettorale proporzionale, rappresentato dalla bozza Violante targata Alfano, Bersani, Casini in sostituzione dell'attuale Porcellum, sarebbe un passo indietro, come cadere "dalla padella alla brace". 

In pratica si tornerebbe indietro ai tempi della Prima Repubblica ed ogni partito andrebbe a presentarsi agli elettori senza aver prima deciso programmi, alleanze e leader di Governo. Poi, al termine delle consultazioni e numeri alla mano, le stesse formazioni avrebbero mani libere per formare le alleanze più congeniali. Inutile dire che il maggior beneficiario di un sistema simile sarebbe l'Udc, spesso ago della bilancia fra un polo e l'altro, che potrebbe così attuare al meglio la politica dei due forni.

Giusto quindi condividere l'iniziativa lanciata da Parisi, consapevoli del fatto che proseguendo sulla strada tracciata dal partito del Gattopardo verrebbe sancita la fine del bipolarismo ed i cittadini non potrebbero scegliere nemmeno il Capo del Governo.

Inoltre è bene ricordare che pochi mesi fa solo la bocciatura dei quesiti referendari da parte della Consulta ha di fatto bloccato il referendum per l'abrogazione del Porcellum, chiesto da oltre 1.200.000 firmatari, secondo miglior risultato di sempre  in termini di sottoscrizioni raccolte dopo il referendum del 1993 sul finanziamento pubblico ai partiti.

La volontà dei cittadini è quindi chiara: serve una legge diversa dal Porcellum ma non redatta in base ad accordicchi prese nelle stanze buie delle segreterie di partito. Solo tenendo conto di ciò ed agendo di conseguenza, mettendo all'odg il disegno di legge d'iniziativa popolare già presentato ed aprendo una pagina di confronto vero, i partiti potranno ricominciare ad acquisire credibilità.

Andrea Fossati

domenica 15 aprile 2012

15/04/2012 - Dosi raccoglie le proposte dei giovani


Venerdì mattina al point elettorale di via Cavour 16 sono state presentate dal Candidato Sindaco del centro-sinistra Paolo Dosi le proposte a favore dei giovani che la Sua Amministrazione s'impegnerà a portare avanti una volta insediata; tra le priorità elencate il sostegno alle realtà Universitarie piacentine e ai Poli di ricerca, in più l'attivazione di uno Sportello Unico Lavoro e Impresa "raccordando le politiche attive del lavoro con le funzioni proprie del comune in materia di autorizzazioni alle attività economiche". 

All'evento hanno partecipato i rappresentanti giovani dei partiti che sostengono la candidatura di Dosi (Andrea Fossati per l'Idv, Carlo Pallavicini per la Sinistra e Andrea Tagliaferri per Pd e Moderati e Piacentini con Dosi). Ognuno di loro ha fatto pervenire una serie di priorità che lo stesso Dosi ha recepito nel programma.

Di seguito il comunicato redatto per l'evento:

Idv, Fossati: "Borse di studio per i residenti di Piacenza"

"In un periodo difficile per il nostro Paese, Idv crede fermamente che l’investimento sui giovani e sulla loro formazione non possa venir meno, perciò ha proposto al candidato Sindaco Paolo Dosi l'istituzione di un numero di borse di studio con percorsi di formazione all'estero riservate a giovani residenti di Piacenza e frequentanti le scuole superiori". A dirlo è il Andrea Fossati dei giovani dell'Idv. "Riteniamo - prosegue Fossati - che questa sia un'occasione preziosa ed un concreto strumento anche per inserirsi meglio nel mondo del lavoro. Per contribuire così a costruire la futura classe dirigente della nostra città e del Paese"

Ecco altre proposte dei Giovani Idv sul tema della trasparenza amministrativa:

-Il Comune di Piacenza deve impegnarsi a trasmettere via streaming le sedute di Consiglio Comunale valutando la possibilità di instaurare partnership con radio-tv locali; ciò con l’obiettivo di avvicinare l’amministrazione al cittadino e renderla più trasparente.

-E’ l’Amministrazione che deve trasformare i suoi atti per adeguarli ai nuovi strumenti dell’informazione facile ed accessibile a tutti.

-In continuità con quanto si sta facendo limitare il ricorso ad incarichi esterni con piena valorizzazione delle risorse umane a disposizione.

-Profusione di sempre maggior impegno per ciò che riguarda il controllo di appalti e subappalti tramite la firma di specifici accordi e la collaborazione fra l’Amministrazione e gli enti preposti al fine di contrastare la piaga delle infiltrazioni mafiose.

- Dia la politica per prima un segnale di austerità con la riduzione del 20% del gettone di presenza per la partecipazione al Consiglio Comunale e alle
Commissioni Consiliari. Il progetto di Italia dei Valori è attuazione responsabile della buona politica come pilastro fondante nell’interesse collettivo.

lunedì 9 aprile 2012

09/04/2012 - Aperitivo di Valore per presentare i giovani candidati Idv

La presentazione dei giovani candidati Idv in via XX

Venerdì scorso Italia dei Valori Piacenza ha organizzato in centro storico un aperitivo che è voluto essere l'occasione per presentare ai cittadini e agli organi d'informazione locali tutti i candidati giovani che "correranno" sotto l'insegna del gabbiano alle prossime amministrative del 6-7 maggio.

In questo particolare momento storico, dove i cittadini hanno sempre meno fiducia nella politica (solo il 4% dichiara di credere ancora nei partiti) ed il Governo nazionale è in mano a tecnici, risulta fondamentale per ogni formazione, movimento porre in atto un progetto volto al ricambio generazionale, proponendo altresì che a rappresentarci nelle Istituzioni vadano persone competenti, credibili e, come direbbe il nostro Presidente Antonio Di Pietro, "dalle mani pulite".

Italia dei Valori a Piacenza l'ha fatto, dando spazio nelle lista per il rinnovo del Consiglio Comunale a dieci ragazzi sotto i trent'anni (Samuele Raggi (capolista), Andrea Casazza, Andrea Dalia, Dario Ganci, Alessandro Galloppa, Marco Montanari, Patrizia Perotti, Domenico Rossetti, Filippo Turci, Adriano Zito), ognuno con un proprio bagaglio d'esperienza in campo lavorativo e tutti uniti da sincera passione politica.

Ragazzi che si sono impegnati in prima persona facendo banchetti, raccogliendo firme, mettendo insieme giorno dopo giorno un lavoro di militanza encomiabile, intendendo la politica come una nobile arte a servizio del bene comune, un mezzo di cambiamento reale e profondo per elevare la qualità di vita di tutti.

A questi amici che hanno "la pelle di Italia dei Valori" l'esperienza servirà a livello comunicativo, di conoscenza dei fatti e per cementare il rapporto con la cittadinanza. Adesso tocca a tutti noi aggiungere il capitolo successivo di un racconto scritto a piu' mani.

Andrea Fossati

venerdì 6 aprile 2012

06/04/2012 - Banchetto in Largo Battisti per dire no all'IMU

Il banchetto Idv in Largo Battisti con Raggi e Galvani
Mercoledì mattina in Largo Battisti si è svolto un banchetto dell'Italia dei Valori per ribadire la nostra contrarietà all'introduzione dell'IMU, una tassa iniqua che colpisce esclusivamente il reddito, quando invece la crisi che stiamo vivendo vorrebbe l'introduzione di una seria patrimoniale.

E' altresì incredibile apprendere come ad esempio le fondazioni bancarie siano state esentate dal pagamento dell'Imu perchè riconosciute associazioni no-profit, mentre paradossalmente strutture come gli ospizi dovranno versare un'aliquota piu' alta che sulla seconda casa.

La linea da seguire è stata pertanto tracciata dal Sindaco di Milano Giuliano Pisapia, seguito da colleghi come Del Rio (Reggio Emilia) e De Magistris (Napoli),  che hanno chiamato i Comuni italiani alla mobilitazione per far capire al Governo Monti che servono misure alternative, piu' eque e meno concatenate alla fredda logica dei numeri.

Andrea Fossati 

giovedì 5 aprile 2012

05/04/2012 - Presentazione candidati Idv alle Comunali. L'articolo di Libertà


da Libertà (01/04/2012)

Presentazione in movimento per la lista e il programma dell’Italia dei valori. I dipietristi si sono ritrovati ieri di fronte alla sede di via Garibaldi, hanno inforcato le biciclette e si sono lanciati in un tour di Piacenza.
Per ogni tappa, uno spunto: «Via Garibaldi, il municipio in piazza Cavalli, il teatro dei Teatini, piazza Duomo e i giardini Merluzzo – ha spiegato il capolista, Samuele Raggi – hanno simboleggiato rispettivamente la zona a traffico limitato, la burocrazia che va ridotta, la cultura che va sostenuta, il commercio che va aiutato e l’integrazione degli stranieri che va favorita.

La pedalata è proseguita con un passaggio al simbolo per eccellenza della mobilità sostenibile che è la stazione ferroviaria, per continuare il lungo le vecchie mura (che idealmente rappresentano il turismo), il Pubblico Passeggio (simbolo della qualità della vita), via XXIV Maggio (attenzione per le aree militari) e i centri sportivi della Raffalda, come segnale attenzione verso lo sport. Infine il traguardo al parco della Galleana, area verde per antonomasia a Piacenza».

La pedalata dei ciclisti dell’Idv, almeno una cinquantina, si è poi trasformata in una festa: «Il clima che si respira nel partito è ottimo – ha commentato il segretario provinciale, Sabrina Freda – anche perché tra di noi ci sono molti ragazzi che ci trasmettono grande entusiasmo. Personalmente sono molto soddisfatta della lista, oltre a nomi noti come Raggi, Luigi Gazzola e Bruno Galvani, abbiamo messo in campo la competenza nei diversi settori della società: Cassinari e Turci per l’impresa, Codeghini per l’agricoltura, Beltrani per la Scuola, Baggio per la Sanità, Bentivenga per lo sport, Dalia per i trasporti e la logistica, Oddi per la cultura. E poi il 30 per cento è composto da under 30, un bel segnale di rinnovamento».

Manca, però, il segretario del movimento giovanile Andrea Fossati. Una notizia che aveva un sorpreso molti sia all’interno sia al di fuori dell’Idv. Il diretto interessato, però, ha smorzato ogni voce polemica: «Oggi è una giornata di festa, siamo qui con tutti i ragazzi che compongono la lista e che sono onorato di rappresentare. In questi anni ci siamo impegnati con passione civile a raccogliere firme per difendere l’acqua pubblica, il principio che la legge è uguale per tutti e contro il ritorno al nucleare. Ora lo sforzo sarà profuso in maniera propositiva per rendere Piacenza sempre più attenta ai bisogni dei cittadini, in primo luogo dei più deboli, e all’ambiente»

sabato 24 marzo 2012

24/03/2012 Antonio Di Pietro e l’Italia dei Valori hanno deciso ancora una volta di affidarsi agli strumenti offerti dalla nostra Costituzione per dare voce ai cittadini: il referendum per eliminare la legge sul "rimborso elettorale"



Un intervento che ho inviato al quotidiano locale Libertà, pubblicato il 24/03/2012.

Tra i tanti referendum promossi nel tempo dai Radicali ve ne fu uno che prevedeva l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Era il 1993 e, complici gli scandali di Tangentopoli il risultato della consultazione fu un plebiscito: votò il 77% degli aventi diritto ed oltre il 90% degli stessi si espresse per l’eliminazione della legge.

Passato solo qualche mese, nel dicembre 1993, con la legge 515 venne alla luce il “contributo per le spese elettorali”, nato dall’esigenza di dover comunque riconoscere ai partiti la possibilità di concorrere alle elezioni. Un’esigenza legittima, che in uno Stato normale sarebbe da considerare tout court cosa buona e giusta, da classificare come “costo della democrazia”.

Nel corso degli anni è nato però un problema, legato all’allargamento delle maglie e all’uso perverso dei contributi al fine di rimpinguare le casse dei partiti ben al di là di quanto necessario a coprire le spese.
Nel 1997 venne introdotta la possibilità di destinare il 4 per mille dell’IRPEF al finanziamento di partiti e movimenti politici, nel 1999 si introdusse ufficialmente il rimborso elettorale. 

Nel 2006 si concesse ai partiti il rimborso per cinque anni a prescindere dalla durata della legislatura. Sicchè i partiti continuarono a percepire i rimborsi elettorali anche dopo il rinnovo del Parlamento avvenuto nel 2008 e, alcuni di essi, continuarono a percepirlo benché nel frattempo fossero scomparsi per volontà degli elettori o per confluenza in altre sigle.

E’ cronaca (nera) di questi giorni che soldi pubblici restino in mano a partiti estinti e alla merce di scaltri tesorieri per usi disinvolti. Anomalie legislative prodotte dall’ingordigia della casta, cresciute nel corso degli anni trascinandosi appresso sperperi e arroganza al punto da generare nuovamente nella politica un’autentica emergenza etica e morale.

Assodato che è inutile attendersi segnali efficaci da un Parlamento che in stato di ipnosi esprime solo voti di fiducia dimostrandosi incapace di cogliere le istanze che nascono dall’indignazione popolare, Antonio Di Pietro e l’Italia dei Valori hanno deciso ancora una volta di affidarsi agli strumenti offerti dalla nostra Costituzione per dare voce ai cittadini: il referendum abrogativo, per demolire l’attuale regolamentazione sul “rimborso elettorale” e la legge d’iniziativa popolare per fare una nuova proposta concreta.

Andrea Fossati

martedì 20 marzo 2012

20/03/2012 - In marcia per dire no alle mafie


La conferenza stampa tenutasi ieri in saletta Cattivelli

Da Libertà del  20/03/2012

Le “loro” idee hanno camminato sulle gambe dei piacentini a Genova lo scorso sabato, quando anche una delegazione di studenti della città ha partecipato insieme al comitato provinciale di Libera alla celebrazione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Ma quelle stesse idee cammineranno ancora in giro per Piacenza domani pomeriggio (mercoledì), in occasione della ormai tradizionale marcia organizzata da Libera in collaborazione con il Comune di Piacenza, il liceo “Colombini” eil gruppo “Quarta Parete”.

«È una tradizione, quella della marcia di Libera, che si riconferma contro la sopraffazione e la corruzione: è una testimonianza di un percorso virtuoso che si realizza attraverso la formazione, la cultura, le azioni concrete» ha spiegato l’assessore Giovanni Castagnetti durante la presentazione dell’iniziativa svoltasi in municipio alla presenza della referente provinciale di Libera Antonella Liotti e degli organizzatori Andrea Fossati, Andrea Groppi ed Elisa Carioni. Venendo alla marcia, l’appuntamento è fissato per le 18 di domania piazzale Genova, davanti al liceo “Respighi”: da lì il corteo partirà per arrivare in Piazza Cavalli, dove è prevista alle 18.30 la commemorazione con la lettura dei nomi delle 900 vittime di mafia e del messaggio che Margherita Asta ha scritto a nome di tutti i familiari delle vittime,oltre che con l’esibizione del gruppo musicale Fra’tak. 

«Proprio da Piacenza si inizierà a leggere questa lettera, che verrà poi consegnata a tutti i politici e gli onorevoli del territorio, oltre che essere letta in ogni piazza in occasione di queste celebrazioni» ha spiegato la referente Liotti. La giornata organizzata da Libera comunque non si esaurisce così: alla sera il ritrovo è previsto alle 21 al teatro dell’oratorio della Sacra Famiglia, dove “Quarta Parete” presenterà gli spettacoli “Luci su Medea” delle studentesse del “Colombini” e “Cose di casa nostra: tracce di mafia” che il gruppo teatrale rappresenterà in una nuova edizione (ingresso libero). 

«Iniziare a informare e a far appassionare i ragazzi è la battaglia fondamentale che Libera si pone» ha  commentato Groppi che fra l’altro ha partecipato insiemea Carioni alla manifestazionea Genova, «le celebrazioni dello scorso sabato sono state un momento importante e altamente significativo: noi, come delegazione piacentina, abbiamo letto alcuni stralci di brani inerenti la mafia. È stato un momento emozionante e al quale pochi mezzi di comunicazione hanno purtroppo dato l’importanza che avrebbe meritato».

Betty Paraboschi

domenica 18 marzo 2012

18/03/2012 - A vent'anni da Mani Pulite serve finalmente una legge anticorruzione



L'Italia sta vivendo una crisi politica ed economica senza precedenti. Disoccupazione alle stelle, giovani senza prospettive che scappano all'estero o, se rimangono, si vedono costretti a chiedere aiuto ai genitori, una situazione sociale che frana verso il basso, sono solamente alcune delle logiche perverse che provocano un disagio non solo generazionale. 

Una situazione che affonda le proprie radici in anni durante i quali la classe dirigente del Paese si è dimostrata inadeguata, lontana dalle esigenze della popolazione, incapace di aprire con essa un dialogo propositivo costruendo un’interlocuzione con chi da tempo chiede un’inversione di tendenza. Una classe dirigente che non ha saputo rinnovarsi nel corso degli anni e ha mancato di contrastare adeguatamente la piaga della corruzione,che continua ad attanagliare l’Italia dopo essere venuta a galla con prepotenza nella stagione di “Mani Pulite”, nel lontano 1992 con il "celebre" arresto di Mario Chiesa, colto in flagrante mentre intascava una tangente di svariati milioni di euro. 

Il 17 febbraio 2012 si celebra il ventesimo anniversario dell’inizio di quell’epoca, quando il Pool di Milano - coordinato dall’allora Procuratore Francesco Saverio Borrelli e in cui ebbe un ruolo di primo piano il Sostituto Antonio Di Pietro - portò alla luce quel sistema perverso fatto di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti e ai livelli più alti del mondo politico e finanziario italiano. 

A fronte del quadro devastante emerso dalle indagini la politica non si preoccupò affatto di adottare misure adeguate a fronteggiare quel fenomeno, semmai mise in campo con Berlusconi ogni possibile intervento legislativo idoneo ad impedire alla magistratura di fare il proprio dovere e bloccare i processi. “Uno Stato con leggi sbagliate e più facili da aggirare” sono le parole con cui Piercamillo Davigo, altro componente del Pool di Milano oggi in Cassazione, ha definito l’Italia uscita da quella stagione. 

Venti anni dopo quel 17 febbraio non si è ancora messo mano ad una seria legge anticorruzione che fra i suoi capisaldi preveda l’inasprimento delle pene per i delitti contro la Pubblica Amministrazione, la reintroduzione del falso in bilancio abolito dal secondo governo Berlusconi e l’introduzione di nuove fattispecie di reato per sanzionare i più moderni crimini dei colletti bianchi nell’era della globalizzazione. 

Anche per questo occorre una nuova classe dirigente che sappia elaborare e mettere all’ordine del giorno del Parlamento una proposta concreta, per dar modo all’Italia di ritrovare nuova energia, per cambiare strada e liberarsi dalla malattia della corruzione che la sta distruggendo.  

Andrea Fossati - Italia dei Valori Piacenza