venerdì 31 dicembre 2010

31/12/2010 - Fossati (Idv): le accuse di Trespidi a Gazzola fuori luogo



Ha del clamoroso l’isterico attacco del Presidente Trespidi all’Assessore Comunale al bilancio, Gazzola, accusato d’aver preso parte al presidio Idv sul ponte del Trebbia (allo scopo di chiedere tempi certi in merito alla costruzione del nuovo ponte e alla manutenzione di quello esistente), in realtà reo di aver definito il giorno prima “pilatesco” l’atteggiamento di Trespidi di fronte ai rischi di infiltrazioni mafiose negli appalti nel nostro territorio. Si occupi piuttosto, secondo Trespidi, l’assessore di “trovare i soldi per sistemare la strada d’accesso al ponte”. Certamente quei soldi si troveranno quando anche la Provincia avrà fatto la propria parte. Non è un mistero peraltro, come hanno documentato tutti gli organi d’informazione locali, che il Comune di Piacenza ha dovuto fare a meno di importanti risorse “grazie” all’indiscriminata logica di tagli imposta dal Governo (pari a 3,2 milioni di euro nella spesa corrente e 4 milioni negli investimenti, questo solo nel 2011). Riteniamo perciò le affermazioni di Trespidi strumentali oltre che fuori luogo. Non si può ridurre il Consiglio Provinciale a sede di sfoghi verso l’operato di altre amministrazioni eludendo ogni propria responsabilità. Ma probabilmente, nel caso specifico, il Presidente non era a conoscenza dei sacrifici imposti da Tremonti alle amministrazioni locali. Va a sua scusante che non è facile essere informati su ogni aspetto politico-amministrativo quando si passano le giornate in tour per la Provincia a tagliare nastri. In ogni caso a Lui e alla sua maggioranza vanno i nostri auguri per l’anno venturo. Ne avranno bisogno.

Andrea Fossati – coordinatore provinciale giovani Idv

31/12/2010 - Demolizione dell'ex zuccherificio di Sarmato. Idv con Raggi, Gazzola e Fossati ripropone i dubbi



da Libertà del 23/12/2010


«È un atteggiamento di sottovalutazione del problema quello del presidente della Provincia Massimo Trespidi quando afferma che il protocollo sulla legalità sottoscritto con la prefettura e alcuni comuni riguarda soltanto gli appalti fatti dall’ente». A parlare è l’assessore al bilancio del comune di Piacenza Luigi Gazzola, che ieri mattina, nella sede piacentina dell’Italia dei valori, ha riproposto gli interrogativi sull’intervento della ditta Ecoge nell’opera di demolizione dello zuccherificio di Sarmato di proprietà di Sacofin. Dubbi avanzati con un’interrogazione dal consigliere provinciale Samuele Raggi, che ieri mattina affiancava Gazzola e il coordinatore dell’Idv Andrea Fossati.

«Le infiltrazioni mafiose nelle regioni del Nord Italia non sono un fatto nuovo – ha detto Gazzola – e non avevamo bisogno di Saviano per conoscere questo fenomeno. Le informazioni raccolte dall’Idv hanno lo scopo di creare una consapevolezza sul territorio. Non possiamo continuare a pensare che la nostra provincia sia un’isola felice». Le domande evidenziate nell’interrogazione riguardano i presunti legami dell’impresa di demolizioni genovese con la criminalità organizzata calabrese. «Secondo una relazione semestrale della Direzione distrettuale antimafia (2002) – scrive Raggi – l’imprenditore titolare della Ecoge, tale Gino Mamone, sarebbe finito più volte nel mirino degli inquirenti principalmente per reati ambientali». Viene inoltre ricordato come l’imprenditore «sia stato segnalato per i suoi legami con la cosca della ‘ndrangheta calabrese dei Mammoliti». Mamone è inoltre coinvolto in un’inchiesta per corruzione che coinvolge alcuni ex consiglieri comunali di Genova nell’ambito della compravendita dell’ex Oleificio Gaslini.

«Le istituzioni debbono porsi come garanti della legalità – ha ribadito Raggi – e il protocollo di legalità sottoscritto dalla Provincia io lo intendo non solo per gli appalti pubblici, ma come una forma di controllo su qualsiasi tipo di procedura». Per sottolineare il ruolo della Provincia nell’attività riguardante la demolizione dell’ex zuccherificio sarmatese, gli esponenti dell’Idv hanno ricordato lo screening ambientale attualmente in atto.

Nell’interrogazione e nella conferenza stampa di ieri si è parlato anche dell’appalto che in passato la società genovese ha avuto per Sogin e dell’attività svolta all’interno dell’ex centrale nucleare di Caorso. Una questione che ha fatto scattare la reazione del sindaco Fabio Callori, il quale ricorda come, a causa di inadempienze, dopo 5 mesi l’appalto sia stato revocato. «Si tratta comunque di questioni che hanno riguardato Sogin e nulla hanno a che fare con l’amministrazione comunale di Caorso».

martedì 15 giugno 2010

15/06/2010 - Intercettazioni: una legge liberticida


Contro la legge anti-intercettazioni che permetterà a delinquenti della peggior specie di rimanere impuniti l'Italia dei Valori sta facendo una chiara e netta opposizione. Pochi giorni fa i "nostri" Senatori hanno occupato l'aula di Palazzo Madama; nel Paese sono e saranno organizzate numerose forme di protesta verso questo provvedimento liberticida che tronca la libertà d'informazione e spegne la luce al popolo italiano: non si potrà sapere più nulla su fatti riguardanti questo o quel politico/uomo d'affari o chiunque esso sia fino alle indagini preliminari (del caso Scajola per esempio non avremmo saputo niente).

Una pericolosa deriva verso la quale ci stiamo dirigendo in maniera lenta ed inesorabile dopo ogni legge ad personam del Presidente del Consiglio. Anche i tanto decantati finiani, dopo un inizio hard, si sono spontaneamente o spintaneamente adeguati per parola di Italo Bocchino: "meglio di così non si poteva fare" ha detto l'Onorevole dopo le ultime modifiche alla legge denominata bavaglio.

Entrando brevemente nel testo del provvedimento come non rabbrividire di fronte alla scure rappresentata dal limite massimo di 75 giorni fissato per la durata degli ascolti e dopo i quali dovranno essere chieste proroghe di 72 ore in 72 ore. Ma come si può produrre un tale aborto se si pensa che ci sono complicatissime indagini che richiedono mesi se non anni per trovare il bandolo della matassa ?!. Inoltre le pesanti multe agli editori ed ai giornalisti che sgarreranno sono un chiaro segnale d'intimidazione verso i non allineati al pensiero berlusconiano.

L'ultimo appello dell'IdV per bocca di Antonio Di Pietro è stato rivolto al Presidente della Repubblica. Confidiamo infatti che Giorgio Napolitano respinga questa legge palesemente incostituzionale e antidemocratica al mittente.

Andrea Fossati - coordinatore giovani Italia dei Valori Piacenza

lunedì 14 giugno 2010

14/06/2010 - In Italia corruzione e impunità regnano sovrane. La legge che vieta le intercettazioni può rappresentare il colpo di grazia.


Da quando è iniziata la legislatura, ogni giorno che passa non fa altro che testimoniare le numerose discutibili scelte politiche intraprese dell’attuale Governo. Cosa più eclatante, ancor’prima di risolvere i tanti bisogni della collettività, è sempre stata la spasmodica volontà di mettere in pratica qualsiasi misura volta a garantire l’immunità ai membri della cosiddetta “casta”; si è cominciato con il “Lodo Alfano”, bocciato dalla Corte Costituzionale nell’ottobre 2009, che garantiva l’improcessabilità per le quattro più alte cariche dello Stato durante tutto l’arco del quinquennio di Governo (nonostante il beneficiario effettivo fosse uno soltanto), e si è proseguito con la stesura del “legittimo impedimento”, esteso, oltre che al Presidente del Consiglio, anche ai Ministri della Repubblica.


Senza contare l’ultimo scempio rappresentato dalla legge sulle intercettazioni, con pubblicazione delle stesse impossibile fino ad udienza preliminare e pesanti multe per gli editori e i giornalisti in caso di violazione della norma. Un bavaglio in piena regola che avrà effetti devastanti sulla macchina giudiziaria e sull’informazione; tutto ciò mentre il Premier Berlusconi prosegue nello strillare a reti unificate la bontà della misura utile a lui e, prendendo spunto dal libro di Sergio Rizzo, alla cricca di politici e uomini d’affari al seguito. C’è da rabbrividire se pensiamo che con questa legge verranno lasciati impuniti numerosi crimini a scapito della sicurezza dei cittadini (tanto decantata dal centro-destra in campagna elettorale).

Non dimentichiamo poi che giacciono nel cassetto parecchie proposte per la reintroduzione dell’immunità parlamentare, abolita a furor di popolo tramite la riforma costituzionale dell’articolo 68 all’epoca di mani pulite, ma ora tornata di moda viste le vicende giudiziarie che vengono a galla ogni giorno. Le responsabilità politiche di Salvatore Cuffaro, Marcello Dell’Utri, Nicola Cosentino e Guido Bertolaso (giusto per citarne alcuni) sono state tradotte e amplificate dai mass media berlusconiani in un “fumus persecutionis” dei giudici. Da ultima e più eclatante, la vicenda di Claudio Scajola, dimessosi dal dicastero dello Sviluppo Economico perché sospettato d’aver intascato 900 mila euro in nero serviti per pagarsi una casa nelle vicinanze del Colosseo a Roma, è servita a bollarlo come “uomo con alto senso dello Stato” per il gesto compiuto. Peccato che nemmeno lui sia riuscito tutt’ora a spiegare tale anomalia (“forse la mia casa è stata pagata da altri” ha tragicomicamente detto).

A corredo di ogni vicenda restano poi le rituali e stucchevoli dichiarazioni di stima e solidarietà di questa o quella parte politica. E’ palese rilevare che senza misure severe di contrasto a questo tipo di sistema politico-affaristico la situazione della nostra povera Italia potrà solamente peggiorare.

Deve perciò tornare al centro della scena la difesa della democrazia da parte di tutti i cittadini per cercare d’arginare la deriva istituzionale in atto. Una resistenza che si pone indispensabile nei confronti di un Governo che ostacola la lotta alla corruzione, al malaffare, alle organizzazioni mafiose con leggi criminogene e con l’unico scopo di mettere a tacere le voci libere o dissenzienti.


Andrea Fossati - coordinatore giovani Italia dei Valori Piacenza

venerdì 4 giugno 2010

04/06/2010 - No alla privatizzazione dell'acqua



Posto sul blog un intervento inviato ai quotidiani locali piacentini Libertà e Cronaca nel novembre 2009, successivamente all'approvazione del DL Ronchi. Vengono spiegati sinteticamente gli effetti del provvedimento sulla gestione del servizio idrico. IDV sta cercando di abrogarlo passando per lo strumento referendario. Ecco il testo:


Il Decreto Legge Ronchi è stato approvato anche dalla Camera dei Deputati. Il gruppo dell’Italia dei Valori ha votato compattamente NO a questo scellerato provvedimento proposto dal Governo di centro-destra, che trasforma l’acqua, un bene di tutti, in una merce. E spieghiamo in quest’intervento le convinzioni del nostro perché.

“L’oro blu” come viene chiamata per farne comprendere a tutti la grandezza è un servizio pubblico locale, ma assume i connotati di vera e propria risorsa per tutta l’umanità. Dovrebbe perciò essere trattata come tale e alla stregua di un diritto umano, non come un bene economico su cui lucrare il più possibile.

Per ricollegarci a quanto scritto nelle prime righe, il Decreto legge 135/2009 che disciplina l’argomento in questione, all’articolo 15, definisce la privatizzazione dei servizi pubblici locali nell'ambito di un provvedimento “recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee”, nonostante la Comunità stessa non imponga nessuna liberalizzazione dell’acqua, anzi tutto il contrario. Ricercando informazioni più dettagliate abbiamo infatti scoperto che due risoluzioni Europee, datate rispettivamente 11 marzo 2004 e 15 marzo 2006, dichiarano sostanzialmente l’opposto: nel primo documento si disciplina la “strategia per il mercato interno” ed "essendo l'acqua un bene comune dell'umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno". Nel secondo documento invece si afferma che “l'acqua è un bene comune dell'umanità e come tale l'accesso alla stessa costituisce un diritto fondamentale della persona umana….”.

Andiamo ora a spiegare dettagliatamente cosa accadrà visto che c’è stato l’ok sul provvedimento in questione anche da Montecitorio.

L'articolo 15 del suddetto D.L., intanto, rende obbligatorio il ricorso alla gare per la concessione della gestione dei servizi pubblici locali (ci sono anche rifiuti e trasporto pubblico locale). L’unica alternativa concreta è l’affidamento a società per azioni “miste” tra pubblico e privato, ma la legge da un tetto massimo del 30% alla partecipazione degli enti locali ai capitale societari.

Il successivo comma dell’articolo va ad eliminare inoltre, a partire dal 31/12/2011, tutte le gestioni IN HOUSE, cioè quegli affidamenti diretti a SPA a totale controllo pubblico.

Ragionando poi sulle cifre concrete scopriamo che la nostra rete idrica è attualmente coperta da 110 gestori, con 64 di essi totalmente a capitale pubblico e a servizio di oltre la metà della popolazione. Dai prossimi anni gli effetti di questa legge porteranno all’esistenza di sole gestioni private o miste nelle migliore delle ipotesi, con lo spettro concreto di aumenti in bolletta per i cittadini e diminuzione dei controlli per la nostra sicurezza. L’unico vero affare lo faranno di conseguenza le multinazionali straniere.

Ed è bene ricordare altresì che in tutta Europa la privatizzazione dell’acqua è stata bloccata o, come avviene in Francia, è in atto un processo di ripubblicizzazione. Negli Stati Uniti invece le reti idriche locali restano salde in mano ai municipi. In Sud America la privatizzazione dell’oro blu vide la luce quando al potere andarono dittature, come ad esempio quella di Pinochet in Cile.

Altra constatazione che facciamo è chiederci dov’era la Lega Nord quando il provvedimento è stato approvato al Senato e alla Camera. Forse i parlamentari del carroccio non ricordavano la levata di scudi di molti comuni amministrati da esponenti del loro stesso partito quando, già con la legge 133/2008, la gestione dell’acqua venne affidata al mercato. Ed è troppo comodo parlare sul filo di lana di decreto insoddisfacente (ma non l’ha firmato lo stesso Calderoli ?!).

L’Italia dei Valori sarà quindi in prima fila per impedire questa speculazione su un bene di prima necessità, memore degli effetti devastanti che portano le privatizzazioni: paghiamo ancora quelle delle autostrade con aumenti di tariffe notevolmente sproporzionati e assenza totale di investimenti.

Andrea Fossati .- coordinatore giovani IdV Piacenza

martedì 1 giugno 2010

01/06/2010 - Dalla relazione di Mario Draghi alcune considerazioni sulla disoccupazione giovanile



Il Governo italiano è caduto parecchie volte in contraddizione in questi ultimi mesi, prima negando all’infinito una crisi economica sotto gli occhi di tutti, successivamente varando una manovra correttiva di circa 24 miliardi di euro fatta di “lacrime e sangue” per, citando le parole del Sottosegretario Letta, “permetterci di non fare la fine della Grecia”. Naturalmente la colpa di questi tagli e sforbiciate è stata affibbiata, come nel più scontato dei copioni, all’Europa e alla sinistra.

Ma proseguiamo oltre per far comprendere meglio la situazione. In settimana vi è stata la relazione annuale di Mario Draghi, Governatore della Banca d’Italia, il quale ha rilevato come nel mercato del lavoro italiano la disoccupazione sia arrivata ad un livello altissimo, toccando quasi il 9% al marzo 2010. Dato ancor’più preoccupante che ci teniamo a sottolineare come dipartimento giovanile IdV è però l’incremento dei senza lavoro fra gli under 35, assestatosi intorno al 13%. Ma anche per chi trova un occupazione la situazione non è delle più rosee: spulciando uno degli ultimi studi OCSE effettuati abbiamo inoltre scoperto come la retribuzione di un neo-laureato italiano sia di gran lunga più bassa rispetto ad un suo pari grado introdotto nel mondo del lavoro in qualsiasi altro Stato europeo.

Giovani abbandonati a se stessi quindi; vittime per necessità della precarietà e, in certi casi, dello sfruttamento. La flessibilità in Italia è quindi percepita come una costrizione e non come una possibilità, in altre parole il posto fisso resta per la maggior parte un sogno. Si va avanti a colpi di contratti a termine che chissà se verranno rinnovati. A catena si manifesta quindi l’impossibilità di permettersi una vita autonoma, quindi affittare una casa oppure metter su famiglia restano chimere. E si rimane così per necessità a vivere con i genitori.
Certamente la situazione è allarmante ma non ci deve tuttavia meravigliare; in un Paese dove le clientele e le raccomandazioni regnano sovrane (a scapito del merito) e dove le politiche giovanili sono merce rara cosa ci potremmo mai aspettare ? Potremmo invece dire realisticamente che se non s’investe maggiormente in scuola, università e specializzazione con una razionalizzazione delle spese e degli sprechi la situazione non potrà far altro che peggiorare col passare del tempo, con sempre più giovani a gravare sulla popolazione attiva e con un sistema che rischia l’implosione fra poche decine d’anni. Ci sentiamo quindi di dire che la politica deve agire in fretta mettendo altresì in campo misure concrete volte a favorire l’inserimento e la successiva tutela nel mondo del lavoro dei giovani, agendo con idonei incentivi sulle imprese che investono e assumono lavoratori a tempo indeterminato. I soldi per far ciò si potrebbero trovare in breve termine con una lotta alla corruzione e all’evasione, veri cancri che bloccano lo sviluppo e la competitività del nostro mercato. Affinchè il lavoro resti un diritto di tutti.

Giovani Italia dei Valori Piacenza

lunedì 24 maggio 2010

24/05/2010 - Commemorazione di Giovanni Falcone ieri a Piacenza



Ieri è stata una giornata densa di emozioni e significati. Era il diciottesimo anniversario della morte di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e di 3 agenti della scorta. Il tutto fu causato quel maledetto 23 maggio 1992 dall'esplosione di circa 500 kg di tritolo sull'autostrada A29 nei pressi dello svincolo che porta a Capaci.

A Piacenza, insieme al nostro segretario provinciale Sabrina Freda, all'Assessore Comunale Luigi Gazzola e ad Antonella Liotti di LIBERA, abbiamo depositato un mazzo di rose bianche nell'area verde di via Damiani (davanti alla chiesa di Nostra Signora di Lourdes) dedicata al magistrato palermitano. Un piccolo gesto per non dimenticare un uomo dall'alto senso dello Stato che ha sacrificato la vita per combattere uno dei più grandi mali che attanagliano ancor'oggi e sempre più la nostra Italia. In espanzione soprattutto al Nord dove la Piovra fa  ingenti affari con l'edilizia e il traffico di droga.

L'Italia dei Valori, ricordando il sacrificio di Falcone, non abbasserà mai la guardia e sarà sempre in prima linea nel contrastare il fenomeno mafioso.

Andrea Fossati - coordinatore giovani Italia dei Valori Piacenza

mercoledì 19 maggio 2010

19/05/2010 - 3 referendum per l'Italia dei Valori: blocca il nucleare, difendi l'acqua pubblica, ferma il legittimo impedimento


L’Italia dei Valori continuerà fino alla metà del mese di luglio a Piacenza e Provincia la campagna referendaria volta a contrastare 3 provvedimenti messi in campo dall’attuale Governo Berlusconi.

Nel primo quesito chiediamo ai cittadini di ribadire la loro contrarietà al ritorno della tecnologia nucleare in Italia per una serie di motivi:

- L’alterazione degli equilibri idrogeologici del territorio, dato che la centrale atomica utilizza enormi quantità d’acqua per il solo raffreddamento;

- il problema dello smaltimento delle scorie, di per se pericolosissime, è accompagnato dal fatto che le stesse impongono migliaia d’anni per cessare i loro effetti;

- l’imposizione “manu militari” dei futuri siti di stoccaggio (fra cui in pole position troviamo Caorso) da parte del Consiglio dei Ministri non lascerà spazio a nessuna concertazione in ambito locale; questo toglierà d’impaccio i molti governatori del centro-destra che in campagna elettorale si erano detti contrari al nucleare;

- con le energie rinnovabili potremmo avere bollette meno salate e minor inquinamento. Ad esempio il Comune di Piacenza, per favorire l’installazione dei impianti fotovoltaici, concesse nel 2009 con un bando contributi a favore di soggetti privati che si sarebbero impegnati a dotarsi di tale sistema. Uno studio dell’Università Bocconi ha inoltre rilevato che, contrariamente al nucleare, le energie rinnovabili attireranno circa 30 miliardi di euro d’investimenti e decine di migliaia di posti di lavoro.

Il secondo quesito referendario propone d’abrogare l’articolo 15 del Decreto Legge 135/2009 che sancisce in soldoni la privatizzazione dell’acqua potabile in Italia. Un percorso iniziato a piccoli passi già negli anni 90’ e che prevederà, a partire dall’1/1/2012:

-“la cessazione degli affidamenti del servizio a società totalmente pubbliche, controllate dai comuni”;

- l’obbligatorietà di ricorrere a gare per la concessione della gestione dei servizi pubblici locali. L’unica alternativa concreta sarà l’affidamento a società per azioni “miste” tra pubblico e privato, ma la legge da un tetto massimo del 40% (che dovrà scendere al 30% al 31/12/2015) alla partecipazione degli enti locali ai capitale societari.

L’Italia dei Valori ritiene l’acqua un bene comune dell'umanità e come tale non può permettere che “l’oro blu” diventi una merce condizionata dal mercato. Con questa legge infatti vedremo giocoforza aumentare le tariffe in bolletta senza alcun corrispettivo in termini di miglioramento del servizio. E se ogni giorno migliaia di litri d’acqua (1/3 di quella consumata) se ne vanno causa reti colabrodo, perché non considerare un piano d’investimenti impegnando Stato ed Enti Locali invece di far porgere su un piatto d’argento a lobby e clientele varie il “Dio profitto”.

Terzo e ultimo quesito riguarda il “legittimo impedimento”, ennesima legge ad hoc creata per Silvio Berlusconi. In pratica si consente all’imputato, se Ministro o Premier, di non farsi processare da alcun giudice adducendo impegni istituzionali. Una presunzione d’impossibilità che non può essere però verificata. In pratica gli avvocati si potranno presentare in udienza col certificato di Palazzo Chigi facendo slittare sine die un determinato processo (quando scriviamo la tattica è stata già posta in essere dall’avvocato Ghedini). Anche nel caso appena specificato l’IdV, avente come prerogativa fondante la difesa dei Principi Costituzionali, non può certo restarsene a guardare.

Una battaglia che definiamo giusta e doverosa questa della raccolta firme pro referendum, strumento democratico che ci viene messo a disposizione per permetterci di continuare ad agire facendo battaglie in difesa dei diritti dei cittadini.

L’appuntamento per poter firmare è fissato fino a metà luglio:

- tutti i sabati a Piacenza in Piazzetta San Francesco dalle 10 alle 20
- tutte le domeniche sul Pubblico Passeggio vicino al Liceo Respighi dalle 16 alle 20

l'elenco dei banchetti della settimana è presente su http://www.idvpiacenza.it/


ANDREA FOSSATI – coordinatore giovani Italia dei Valori Piacenza