Troppe responsabilità a fronte, anche, di indennità nemmeno
paragonabili a quelle dei Parlamentari. Fare il sindaco sta diventando «il
mestiere più pericoloso del mondo» per usare un’espressione dell’avvocato Luigi
Chiappero, difensore della sindaca di Torino Chiara Appendino, condannata a un
anno e sei mesi per i fatti di Piazza San Carlo dello scorso 3 giugno 2017, il
giorno della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, quando il
panico scatenato da una bomboletta spray urticante, costò la vita a due persone
e numerosissimi feriti.
Recentemente, anche il sindaco di Cerignale Massimo Castelli
a Roma sul palco di Piazza Santi Apostoli ha insistito sullo stesso punto: «Il
sindaco di Fara San Martino è indagato per omicidio colposo perché una donna è
morta colpita da un sasso su un sentiero nel suo territorio comunale». Qualcosa
deve necessariamente cambiare, anche per evitare che i giovani si allontanino
da quella bellissima esperienza umana che è la partecipazione alla vita
pubblica del proprio territorio, nella veste di primo cittadino. Soprattutto
nelle zone periferiche, dove la smobilitazione dello Stato è in atto da anni.
La soluzione, in realtà, ci sarebbe anche: è stata presentata da
Anci al Presidente Mario Draghi una proposta di legge per sgravare le
responsabilità dei sindaci. Questo è un 'mestiere' che sa regalare emozioni
uniche ma che purtroppo ogni giorno li espone anche a rischi che potrebbero segnare
profondamente non solo la vita amministrativa ma anche quella personale e
familiare.
Non solo sindaci. Anche fare il consigliere comunale è
un’esperienza di vita che va stimolata, tant’è che esistono anche i consigli
comunali dei ragazzi per avvicinare i più giovani alla vita politica del
proprio territorio. Palestre di cittadinanza e di vita che forgeranno, si
spera, una futura classe dirigente in grado di tenere alto l’onore di
rappresentare i propri cittadini.
Ecco, esattamente il contrario di quanto fatto da Vittorio Feltri,
che, intervistato sulla nomina di capolista di Fratelli d’Italia per le
Comunali di Milano, ha dichiarato: «Fare
il consigliere non è un impegno. Vai in Consiglio una volta la settimana, dici
le tue cazzate e magari riesci pure a imporre qualcosa. Così posso continuare a
fare il mio lavoro a Libero. E non mi monto la testa
come fa chi non ce l’ha». Cattivi maestri per il mestiere più bello del mondo.
Andrea Fossati
pubblicato da libertà 15/07/2021