giovedì 27 ottobre 2011

27/10/2011 - Le risate di Merkel-Sarkozy e la credibilità internazionale dell'Italia


Nel corso di una conferenza stampa tenutasi pochi giorni fa a Bruxelles, Nicolas Sarkozy e Angela Merkel sono stati interrogati sulla credibilità di Berlusconi. Risultato ? I due, dopo un complice sguardo, si sono lasciati andare ad alcune risate. Premessa l'arroganza di tale gesto, sono stati attimi interminabili, di profonda umiliazione per l’Italia e gli italiani, istanti in cui il pensiero è andato a tutto ciò che era stato promesso da quest’imprenditore col ciuffetto sceso in politica nel lontano 1994 e ciò che invece è realmente stato.

Gli slogan “meno tasse per tutti”, “più sicurezza per tutti”, risuonano beffardi nelle nostre menti; ora che l’Italia è stretta nella morsa della disoccupazione, con stipendi sempre più precari, dove le famiglie faticano sempre più ad arrivare a fine mese s’imporrebbe a chi ha causato tutto questo il gesto delle dimissioni per poter finalmente ridare la parola ai cittadini. 

E’ impensabile infatti continuare ad assistere all’impietoso teatrino dei veti incrociati della Lega con conseguenti annunci a cui peraltro non è mai seguito nulla di fatto. Da ultimo, la dimostrazione l’abbiamo avuta con i 12 punti programmatici che il Carroccio impose a Berlusconi nell’ultimo raduno di Pontida. Rimasti naturalmente lettera morta. 

Eppure tra vertici notturni e ultimatum il duo Bossi-Berlusconi sembra ora aver trovato l'accordo: voto a marzo ancora con il Porcellum in modo che i due leader al tramonto possano scegliere manu-militari i parlamentari da inserire nel listino bloccato, con buona pace di 1.200.000 cittadini che hanno firmato la proposta di referendum abrogativo dell'attuale legge elettorale. 

Altro nodo focale sono le pensioni, tema su cui l'Europa ha lanciato un diktat e che noi non dovremmo accettare dato che in Italia si va in pensione alla stessa età degli altri Paesi europei, lanciando altresì una proposta alternativa fatta di pochi semplici punti per recuperare risorse: lotta all'evasione contributiva che ogni anno ci costa 25 miliardi di euro, unificazione di Inps, Inail e Inpdad per un risparmio di 3 miliardi di euro, pareggio di bilancio per tutti gli enti previdenziali ed infine adottare un sistema di calcolo per i giovani tale da portare la pensione pubblica, con 40 anni di contributi versati, almeno al 60% dello stipendio. Queste sono le proposte che dovremmo portare in Europa, piuttosto che letterine di buone intenzioni utili per tirare a campare ancora qualche settimana sulle spalle degli italiani. Lo impone la responsabilità etica prima ancora che politica verso le Istituzioni.

Andrea Fossati- Piacenza