Nei giorni scorsi si è tenuto
alla Fondazione di Piacenza e Vigevano un incontro pubblico promosso da “100 x
100 in Movimento” con Salvatore Borsellino e numerosi protagonisti della lotta
al fenomeno mafioso: Pino Maniaci, direttore della tv Telejato con sede a
Partinico; IMD, già poliziotto della Catturandi di Palermo; Massimiliano Perna e Alessandro Gallo di
“Caracò”, casa editrice abile a sfruttare le potenzialità della rete come
scelta rispetto alla distribuzione tradizionale; Salvo Ognibene di
“Diecieventicinque”, magazine che ha le sue radici a Bologna, nato con
l’intento di dare il più possibile una panoramica precisa su ciò che avviene
nella nostra Regione in ambito sociale, politico e volto a contrastare la
criminalità organizzata.
Tanti personaggi , “testimoni
dell’antimafia sociale”, con altrettante storie legate fra loro da un unico
comun denominatore: quello dell’impegno incessante nel portare avanti valori di
giustizia e legalità. Sarebbe soggettivo raccontare com’è andata la serata, le emozioni
che la stessa ha trasmesso e che i presenti si porteranno dentro come
insegnamento futuro.
Tuttavia è significativo portare
ad esempio la storia di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, impegnato
anima e corpo nel tramandare la memoria del fratello. Da anni in giro per
l’Italia, fra incontri nelle scuole e convegni, Salvatore è diventato il
catalizzatore di tutti coloro intenti a cercare la verità sui terribili fatti
che celebrarono la fine della “Prima Repubblica”.
Una grande speranza di
cambiamento la sua riposta soprattutto nei giovani, capaci di dargli la forza
per continuare a combattere e a vivere in questo Paese. La sua rabbia al grido
di “Resistenza” , detta sollevando con la mano destra un’Agenda Rossa (a
simboleggiare quella trafugata dalla borsa del fratello Paolo in via D’Amelio
subito dopo l’attentato) risuona come un appello nelle orecchie di tutti coloro
che ancor’oggi con testardaggine proseguono nella lotta.
Andrea Fossati