venerdì 4 giugno 2010

04/06/2010 - No alla privatizzazione dell'acqua



Posto sul blog un intervento inviato ai quotidiani locali piacentini Libertà e Cronaca nel novembre 2009, successivamente all'approvazione del DL Ronchi. Vengono spiegati sinteticamente gli effetti del provvedimento sulla gestione del servizio idrico. IDV sta cercando di abrogarlo passando per lo strumento referendario. Ecco il testo:


Il Decreto Legge Ronchi è stato approvato anche dalla Camera dei Deputati. Il gruppo dell’Italia dei Valori ha votato compattamente NO a questo scellerato provvedimento proposto dal Governo di centro-destra, che trasforma l’acqua, un bene di tutti, in una merce. E spieghiamo in quest’intervento le convinzioni del nostro perché.

“L’oro blu” come viene chiamata per farne comprendere a tutti la grandezza è un servizio pubblico locale, ma assume i connotati di vera e propria risorsa per tutta l’umanità. Dovrebbe perciò essere trattata come tale e alla stregua di un diritto umano, non come un bene economico su cui lucrare il più possibile.

Per ricollegarci a quanto scritto nelle prime righe, il Decreto legge 135/2009 che disciplina l’argomento in questione, all’articolo 15, definisce la privatizzazione dei servizi pubblici locali nell'ambito di un provvedimento “recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee”, nonostante la Comunità stessa non imponga nessuna liberalizzazione dell’acqua, anzi tutto il contrario. Ricercando informazioni più dettagliate abbiamo infatti scoperto che due risoluzioni Europee, datate rispettivamente 11 marzo 2004 e 15 marzo 2006, dichiarano sostanzialmente l’opposto: nel primo documento si disciplina la “strategia per il mercato interno” ed "essendo l'acqua un bene comune dell'umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno". Nel secondo documento invece si afferma che “l'acqua è un bene comune dell'umanità e come tale l'accesso alla stessa costituisce un diritto fondamentale della persona umana….”.

Andiamo ora a spiegare dettagliatamente cosa accadrà visto che c’è stato l’ok sul provvedimento in questione anche da Montecitorio.

L'articolo 15 del suddetto D.L., intanto, rende obbligatorio il ricorso alla gare per la concessione della gestione dei servizi pubblici locali (ci sono anche rifiuti e trasporto pubblico locale). L’unica alternativa concreta è l’affidamento a società per azioni “miste” tra pubblico e privato, ma la legge da un tetto massimo del 30% alla partecipazione degli enti locali ai capitale societari.

Il successivo comma dell’articolo va ad eliminare inoltre, a partire dal 31/12/2011, tutte le gestioni IN HOUSE, cioè quegli affidamenti diretti a SPA a totale controllo pubblico.

Ragionando poi sulle cifre concrete scopriamo che la nostra rete idrica è attualmente coperta da 110 gestori, con 64 di essi totalmente a capitale pubblico e a servizio di oltre la metà della popolazione. Dai prossimi anni gli effetti di questa legge porteranno all’esistenza di sole gestioni private o miste nelle migliore delle ipotesi, con lo spettro concreto di aumenti in bolletta per i cittadini e diminuzione dei controlli per la nostra sicurezza. L’unico vero affare lo faranno di conseguenza le multinazionali straniere.

Ed è bene ricordare altresì che in tutta Europa la privatizzazione dell’acqua è stata bloccata o, come avviene in Francia, è in atto un processo di ripubblicizzazione. Negli Stati Uniti invece le reti idriche locali restano salde in mano ai municipi. In Sud America la privatizzazione dell’oro blu vide la luce quando al potere andarono dittature, come ad esempio quella di Pinochet in Cile.

Altra constatazione che facciamo è chiederci dov’era la Lega Nord quando il provvedimento è stato approvato al Senato e alla Camera. Forse i parlamentari del carroccio non ricordavano la levata di scudi di molti comuni amministrati da esponenti del loro stesso partito quando, già con la legge 133/2008, la gestione dell’acqua venne affidata al mercato. Ed è troppo comodo parlare sul filo di lana di decreto insoddisfacente (ma non l’ha firmato lo stesso Calderoli ?!).

L’Italia dei Valori sarà quindi in prima fila per impedire questa speculazione su un bene di prima necessità, memore degli effetti devastanti che portano le privatizzazioni: paghiamo ancora quelle delle autostrade con aumenti di tariffe notevolmente sproporzionati e assenza totale di investimenti.

Andrea Fossati .- coordinatore giovani IdV Piacenza

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