venerdì 7 febbraio 2020

07/02/2020 - Considerazioni riguardanti il dibattito promosso da Libertà sul tema immigrazione – odio vera emergenza


Leggendo l’intervista all’Assessore Zandonella (libertà 04-02-2020) sul tema immigrazione si possono trovare spunti di riflessione per una discussione aperta.
La frase che mi ha fatto riflettere maggiormente è sul finire del pezzo, dove l’Assessore in buona sostanza afferma che no, non si possono definire piacentini coloro che non hanno qui le proprie radici, anche se da anni hanno scelto di vivere e lavorare sul territorio. In questa frase si ravvisa la vera chiusura, la visione dell’immigrato come una minaccia da scongiurare.
La vera svolta dal punto di vista culturale sarebbe nel dire che a Piacenza non ci sono stranieri, perché chi ha scelto di viverci fa parte della stessa comunità. Certamente i problemi esistono, l’integrazione è tutt’altro che scontata, per incanalarla sui binari giusti servono politiche che la favoriscano, abbandonando gli slogan volti unicamente a gettare benzina sul fuoco. Gli episodi d’intolleranza e odio frutto di queste logiche sono si una vera emergenza.
Altro aspetto fondamentale è la connessione dei migranti con il mondo del lavoro: in buona parte, sono manodopera ad oggi ancora fondamentale che – in loro assenza o indisponibilità – nessuno assicurerebbe (vedi servizi, logistica ed edilizia). Le prime generazioni soffrono questo gap in particolare, e per poter integrarsi, crescere i figli, accettano di buon grado lavori umili. E comunque il lavoro stesso è da considerarsi perno del processo d’integrazione: nel contesto stesso si possono apprendere regole, abitudini e anche la lingua.
Il muro psicologico che cita l’Assessore è rappresentato dalla strategia attuata dal suo stesso leader, d’altronde la lega è il partito che si guarda bene dal partecipare alle riunioni per modificare il trattato di Dublino (invito chi non lo avesse fatto a vedere il video di Elly Schlein e Salvini), sostanzialmente perché vuole che il sistema resti com’è, potendo usare i migranti come mezzo di propaganda. Ed è sempre la lega che con il primo decreto sicurezza ha abolito la protezione umanitaria e di fatto aumentato il numero di irregolari in Italia. In pratica tutti coloro che non avevano il permesso umanitario in base al decreto sono stati -di fatto- messi in strada e quindi si sono riversati nelle piazze, nelle strade e nelle stazioni.
In Italia e in Europa c’è invece bisogno di una svolta in tema politiche d’immigrazione; le scelte dovranno essere nette, tenendo insieme sicurezza e solidarietà, accoglienza e rispetto delle regole, diritti e doveri. Saranno per questo fondamentali gli accordi coi Paesi di provenienza per filtrare le partenze e agevolare i rimpatri.
In conclusione mi rifaccio all’espressione della Ministra dell’Interno Lamorgese che ha detto “dobbiamo occuparci d’immigrazione rinunciando all’emozione”, vale a dire non facciamoci prendere dagli estremismi da ambo i lati.