mercoledì 23 settembre 2015

02/08/2015 - CONSIDERAZIONI SULLA VICENDA DEL SENATORE AZZOLINI

E fu così che l’Onorevole Azzolini divenne un perseguitato da tutta la Magistratura: Pm, Gip di Trani, e se non bastassero anche il Tribunale del Riesame di Bari, “reo” di aver confermato la richiesta di custodia cautelare nei suoi confronti. Il Senatore non andrà però agli arresti domiciliari per il crac di 500 milioni di euro della Casa di Cura religiosa di Bisceglie come richiesto dalla Procura della Repubblica competente.
Questa è stata la decisione di Palazzo Madama che a scrutinio segreto ha deciso di ribaltare il parere favorevole dato dalla Giunta per le Autorizzazioni: nel merito 189 sono stati i contrari all’arresto (FI, NCD e circa metà PD), 96 i favorevoli e 17 gli astenuti.
Subito dopo aver letto le agenzie con la descrizione dell’accaduto ho cercato di mettere insieme quanto successo, cominciando dalle dichiarazioni dal Presidente del PD Matteo Orfini l’11 giugno u.s.: “Credo che di fronte a una richiesta del genere si debbano valutare le carte, ma mi pare che sia inevitabile votare a favore dell’arresto”. Poi è arrivata l’analisi ed il successivo parere della Giunta presieduta dall’Onorevole Stefanò, con a favore dell’arresto PD, M5S e Lega.
Ma nel frattempo la concretezza ha prevalso e, in nome del patto di Governo con Alfano da un lato e dell’influenza parlamentare del Sen. Azzolini dall’altro, si è dovuta in pratica sconfessare la Commissione, prima con la lettera dell’Onorevole Zanda che lasciava libertà di coscienza ai suoi Senatori (non si capisce il motivo, perché allora la possibilità di votare a proprio piacere dovrebbe valere su tutto), poi con le scuse postume agli elettori del vice-segretario Serracchiani.
Ciò a dimostrazione ulteriore che la decisione è tutta politica, le tanto vituperate carte processuali citate a ogni piè sospinto c’entrano poco o nulla; riguardo al fumus persecutionis – vale a dire l’accanimento che avrebbero avuto Pm, Gip e Giudici nei confronti di Azzolini – resta una scusa campata per aria che nessuno si degna di spiegare nel merito.

Alla fine dei conti quest’insieme di ambiguità avrà il risultato di alimentare la campagna anti-casta del M5S e della Lega Nord di Salvini. E’ stata un’occasione persa per dare un segnale di cambiamento, per mostrare una politica trasparente ai cittadini.