E fu così che l’Onorevole
Azzolini divenne un perseguitato da tutta la Magistratura: Pm, Gip di Trani, e
se non bastassero anche il Tribunale del Riesame di Bari, “reo” di aver
confermato la richiesta di custodia cautelare nei suoi confronti. Il Senatore non andrà però agli arresti domiciliari
per il crac di 500 milioni di euro della Casa di Cura religiosa di Bisceglie
come richiesto dalla Procura della Repubblica competente.
Questa è stata la
decisione di Palazzo Madama che a scrutinio segreto ha deciso di ribaltare il
parere favorevole dato dalla Giunta per le Autorizzazioni: nel merito 189 sono
stati i contrari all’arresto (FI, NCD e circa metà PD), 96 i favorevoli e 17
gli astenuti.
Subito dopo aver letto le
agenzie con la descrizione dell’accaduto ho cercato di mettere insieme quanto
successo, cominciando dalle dichiarazioni dal Presidente del PD Matteo Orfini
l’11 giugno u.s.: “Credo che di fronte a una richiesta del genere si debbano
valutare le carte, ma mi pare che sia inevitabile votare a favore dell’arresto”.
Poi è arrivata l’analisi ed il successivo parere della Giunta presieduta
dall’Onorevole Stefanò, con a favore dell’arresto PD, M5S e Lega.
Ma nel frattempo la
concretezza ha prevalso e, in nome del patto di Governo con Alfano da un lato e
dell’influenza parlamentare del Sen. Azzolini dall’altro, si è dovuta in
pratica sconfessare la Commissione, prima con la lettera dell’Onorevole Zanda
che lasciava libertà di coscienza ai suoi Senatori (non si capisce il motivo,
perché allora la possibilità di votare a proprio piacere dovrebbe valere su
tutto), poi con le scuse postume agli elettori del vice-segretario Serracchiani.
Ciò a dimostrazione
ulteriore che la decisione è tutta politica, le tanto vituperate carte
processuali citate a ogni piè sospinto c’entrano poco o nulla; riguardo al fumus persecutionis – vale a dire
l’accanimento che avrebbero avuto Pm, Gip e Giudici nei confronti di Azzolini –
resta una scusa campata per aria che nessuno si degna di spiegare nel merito.
Alla fine dei conti quest’insieme di ambiguità avrà il
risultato di alimentare la campagna anti-casta del M5S e della Lega Nord di
Salvini. E’ stata un’occasione persa per dare un segnale di cambiamento, per
mostrare una politica trasparente ai cittadini.