mercoledì 20 aprile 2011

20/04/2011 - Romano Ministro, poteva succedere solo in Italia



Francesco Saverio Romano è diventato Ministro dell’Agricoltura. I parlamentari di “iniziativa responsabile”, così si fa chiamare il gruppo capeggiato dallo stesso Romano, hanno atteso la conferma della sua nomina prima di esprimere voto favorevole in Giunta per le autorizzazioni, relativamente al conflitto d’attribuzione sollevato dalla maggioranza con i magistrati di Milano, nell’ambito del processo Ruby che vede indagato Silvio Berlusconi. Questa premessa la dice lunga sulle reali motivazioni della nomina dell’ex Segretario Siciliano dell’Udc, con il Premier costretto a sottostare ai diktat di una cerchia di Parlamentari per assicurarsi il loro voto. Un mercimonio indecoroso nel completo sfregio delle Istituzioni che certifica in maniera lampante una situazione politica, quella a cui siamo di fronte, fatta di continui ricatti, dove la libertà d’azione dell’Esecutivo è compromessa a causa dei guai giudiziari del Presidente del Consiglio.
E’ inoltre da considerare un altro aspetto prendendo spunto dalle parole del Presidente della Repubblica Napolitano, che ha espresso forti dubbi sulla scelta di Berlusconi, proprio perché il neo Ministro dell’Agricoltura ha il precedente di un’inchiesta per mafia archiviata nel ’99 ed è tutt’ora coinvolto in due procedimenti giudiziari: uno per concorso esterno in associazione mafiosa, l’altro per corruzione con l’aggravante del metodo mafioso. E mentre il Ministro della Difesa La Russa si è affrettato a dire che “una persona è innocente fino a sentenza di Cassazione”, noi preferiamo ricordare  quanto detto dal Giudice Paolo Borsellino in un intervento pubblico degli anni ‘90  e quanto mai attuale: “l’equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice, quel politico era vicino a quel mafioso, è stato accusato di avere interessi convergenti con l’organizzazione mafiosa, però la magistratura non l’ha condannato quindi quel politico è un uomo onesto…..”. Ci si nasconde cioè dietro lo schermo della sentenza per valutare la persona; non necessariamente chi non ha una condanna deve essere per forza ritenuto meritevole di certi incarichi. Bastano certe vicinanze per rendere il politico inaffidabile. Proprio a proposito di questo non possiamo dimenticare che Saverio Romano, erede politico di Totò Cuffaro e primo a portagli solidarietà al momento del suo arresto, fu indicato, secondo il pentito Francesco Campanella, dal boss della cosca di Brancaccio, Giuseppe Guttadauro, come meritevole di grande considerazione, tanto da godere dell’appoggio totale delle famiglie per l’elezione in Parlamento nel 2001. Particolare curioso: Romano, poi eletto, fece parte della Commissione Giustizia e fu uno dei pochi deputati a votare contro la legge che rese definitivo il 41 bis (ergo il carcere duro per i mafiosi).
La sua nomina a Ministro dell’Agricoltura è da ritenersi quindi indecorosa sia per il modo in cui è avvenuta, rappresentando la stessa una cambiale pagata ad un nugulo di Parlamentari in cambio della loro fedeltà, sia per la posizione giudiziaria dell’esponente politico. A dimostrazione che il solo obiettivo della maggioranza è la sopravvivenza, qualsiasi sia il prezzo da pagare.

Andrea Fossati - Piacenza