Da quando è nata, l’Italia dei Valori vive oggi il
momento di più profonda crisi che ha portato amministratori, dirigenti e
militanti ad interrogarsi sul cosa fare in termini strategici per migliorare la
situazione prima delle elezioni politiche. Il bivio in cui ci troviamo in
questo momento è fra rilancio ed estinzione.
Resto convinto in premessa che in questi anni Idv
abbia svolto battaglie fondamentali per difendere i diritti dei cittadini, a
cominciare dalle innumerevoli raccolte firme per promuovere referendum: contro
il Lodo Alfano, per dire no a nucleare, privatizzazione dell’acqua e legittimo
impedimento ed infine per eliminare il “porcellum”. Meriti che vanno dati alle
intuizioni politiche di Antonio Di Pietro.
Tutto ciò senza dimenticare l’opposizione
intransigente al Governo Berlusconi con le annesse battaglie in difesa della
Costituzione, della libera informazione ed il sostegno ai sindacati per riaffermare
la centralità del lavoro. Un’esperienza politica, la nostra, di protesta sino
alla resistenza e di proposta.
Piano piano, a piccoli passi, anche a Piacenza abbiamo
trasformato - grazie alla rilevanza di queste battaglie del nazionale -
l’indignazione in buona politica arrivando, insieme a giovani militanti e non,
ad atti di abnegazione piena e totalizzante per la causa di Idv.
Persone di diversa formazione ed entità, disposti a
percorrere insieme un percorso, con il pregio d’essere accumunati da semplice
passione, fatta di ideali, grande spirito di servizio e soprattutto senza alcun
secondo fine; ciò ha permesso ad esempio di raccogliere firme pro-referendum e
distribuire copie della Costituzione nelle piazze e nelle strade piacentine in
pieno inverno o quando altri erano al mare.
Proprio per i suddetti motivi la fiducia degli
italiani cresceva e così pure il numero di adepti a tutti i livelli, ma col
tempo facevamo gola non solo ad onesti ma pure -fisiologicamente- a personaggi
di dubbia moralità e a coloro che consideravano il partito un taxi elettorale.
Vien da sé che allontanare immediatamente chi è stato scoperto commettere fatti
gravi non può che considerarsi un punto a favore (vedi Nanni in Emilia-Romagna,
Maruccio nel Lazio), ma oggi come oggi non può bastare, occorre prevenire
imponendo regole stringenti a monte, dato che i casi non si contano più sulle
dita di una mano e gli stessi hanno minato fiducia, entusiasmo e
partecipazione, elementi cardine indissolubili per un partito come l’Italia dei
Valori.
Soprattutto nei provinciali, lontani dalla luce dei
riflettori, si sono potute notare frequenti anomalie.
Leoluca Orlando, Portavoce Nazionale Idv, in una
recente intervista ha sottolineato come l’errore di Di Pietro sia stato quello
di poter pensare di fare tutto da solo, senza un apparato, errore che a cascata
è stato ripetuto dai provinciali.
Occorrerà quindi una riorganizzazione interna di Idv a
partire dai territori, valorizzando le competenze della militanza,
coinvolgendola maggiormente nelle decisioni (quindi più democrazia, più
collegialità di quella vista ora), perchè tutti devono essere considerati
risorse fondamentali per il sacrificio e il tempo che dedicano al partito.
Insieme a loro dovrà essere costruita una linea politica chiara che sappia far
emergere il partito sul territorio.
All’Assemblea Nazionale di dicembre occorrerà quindi
intraprendere decisioni drastiche perchè il cammino politico Idv giunga ad una
nuova alba. Servono buon senso e coraggio per rinnovare una passione.
Andrea
Fossati
Coordinatore
giovani Italia dei Valori Piacenza
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