giovedì 10 giugno 2021

10/05/2021 - La sicurezza del lavoro una priorità 365 giorni l'anno

Bruno Galvani che organizzò nel 2009 l'iniziativa 1140 croci bianche

pubblicato su libertà il 10/05/2021

A Piacenza, nel 2009, grazie alla splendida iniziativa di Anmil di cui Bruno Galvani era presidente, 1140 croci bianche furono piantate nel vallo delle Mura per ricordare le vittime degli incidenti sui posti di lavoro. Oggi, che a colpire invece più dei numeri sono le storie, è la
morte di Luana d’Orazio, la mamma ventiduenne che ha perso la vita in una fabbrica tessile in provincia di Prato, a riaccendere i riflettori sul tema delle morti bianche. Ma se l’indignazione dell’opinione pubblica da un lato resta alta, dall’altro sono le soluzioni al problema a rimanere, purtroppo, ancora insufficienti. Il tema della sicurezza sul lavoro è infatti uno dei pilastri sui quali non può non reggersi una società che si definisce progredita, moderna, civile. 

Nel 2O21 subire un infortunio invalidante o, peggio ancora, perdere la vita mentre si sta svolgendo il proprio lavoro non può essere più considerato accettabile. Ci sono morti che avvengono perché la sicurezza dei lavoratori non è considerata prioritaria, oppure perché
i lavoratori non sono formati in modo adeguato sui rischi che corrono. Oppure ancora perché rischiano per andare il più veloce possibile, in un mondo del lavoro che costringe sempre più al precariato e alla ricattabilità. 

Soprattutto, morti che avvengono perché mancano i controlli. In Italia, oggi, ci sono 3 mila ispettori per controllare 3 milioni di aziende. Un ispettore ogni mille. La Corte dei conti ha
certificato che nel 2019, con questa forza-lavoro a disposizione, sono state controllate solo lo 0,48% delle aziende in Italia. 

E’ un dato che dovrebbe far balzare dalla sedia, e che certifica una carenza evidente, funzionale a creare terreno fertile per favorire (invece di limitare) irregolarità procedurali e situazioni al limite. 

È ora di voltare pagina e di istituire un potere di controllo capillare e diffuso che possa veramente fungere da deterrente a chi mette la sicurezza dei lavoratori a repentaglio, privilegiando i propri interessi. Il Recovery Fund sarà lo strumento principale per ripartire dal punto di vista economico. Ma per farlo bene, occorrerà anche vigilare meglio, con più ispettori, maggiori competenze e rinnovati margini di manovra per chi controlla. Non perdiamo questa occasione per rimettere salute e sicurezza al primo posto.

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