martedì 11 gennaio 2011

11/01/2011 - Lettera aperta al Ministro La Russa sulla guerra in Afghanistan


Egregio Ministro La Russa,

Con la morte del giovane alpino Matteo Miotto si è tornati a parlare del ruolo italiano nella guerra che da dieci anni si combatte in Afghanistan. Un interesse, quello dei media, che sarà purtroppo breve e circoscritto alle solite dichiarazioni di rito. Spente le luci dei riflettori mediatici, nel silenzio assordante di una certa politica, nel clamore di notizie insignificanti e dei cigolii di vergognose macchine del fango, tutto riprenderà come prima, e il contingente tricolore (lo stesso tricolore quotidianamente vituperato dal ministro Bossi) resterà in quella terra per “portare la pace”. Eppure, come Lei ben sa, in Afghanistan il quadro di riferimento rispetto alle ipotesi iniziali è radicalmente cambiato: una missione che avrebbe dovuto essere di pace si è trasformata in una vera e propria guerra fra opposte fazioni, fatta di torbidi accordi che coinvolgono “bande” locali e potentati internazionali mossi da lampanti interessi economici.

E allora perché dovremmo restare ? Chi stiamo difendendo ? Cosa ci facciamo in un luogo dove i soldati italiani, per lo più ragazzi, rischiano costantemente d’essere vittime di cecchini o d’agguati ? Ne abbiamo pianti 35 dal 2004, a cui s’aggiungono le migliaia di civili – fra cui donne e bambini – uccisi sotto i bombardamenti. E’ da tempo che l’Italia dei Valori insiste per il ritiro del nostro contingente dall’Afghanistan. Per questo ha votato, unica forza politica del Parlamento, contro il rifinanziamento di questa missione. Oltre a ciò lo sconcerto è constatare che il Suo Ministero ha speso 15 miliardi di euro per acquisire nuovi caccia bombardieri, mentre ogni settore del nostro Paese, dalla sanità, all’istruzione, alla giustizia, viene funestato dai tagli. Ma se è davvero una missione di pace come Lei e il Governo di cui fa parte volete far credere, a cosa servono nuovi caccia bombardieri ? E soprattutto perché sono destinati ad iniziative di cooperazione, ricostruzione e assistenza sanitaria in Afghanistan solamente 18 milioni di euro ?

Si smetta finalmente di raccontare insopportabili fandonie e si decida di fare l’unica cosa: dare concreto seguito all’articolo 11 della nostra Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” A maggior ragione quando si tratti di scellerati interessi economici.

Andrea Fossati
coordinatore giovani Italia dei Valori Piacenza

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