giovedì 6 gennaio 2011

06/01/2011 - Giulio Cavalli - l'arma della parola contro la mafia



Lettere inviata ai quotidiani locali dopo la visita di Giulio Cavalli a Fiorenzuola D'Arda (Pc), avvenuta il 29/11/2010

“Ridere di mafia è una ribellione incontrollabile”. Con queste poche parole Giulio Cavalli riesce a rendere lampante il modo d’intendere la sua battaglia intrapresa contro la criminalità organizzata nel profondo nord del Paese. Di professione attore teatrale e scrittore, eletto Consigliere Regionale in Lombardia nelle file dell’Italia dei Valori, la storia di Giulio incarna l’impegno civile, l’abnegazione verso un percorso di denuncia del fenomeno mafioso intrapreso facendo nomi e cognomi, disonorando il nome di boss attraverso la parola e il gesto utilizzate negli spettacoli teatrali, da ultimo lo splendido A cento Passi dal Duomo, una ninna nanna dolce per un risveglio brusco di quella Lombardia che si crede immune dalla mafia.

Cavalli è stato ospite di Idv al Teatro Verdi di Fiorenzuola, cornice in cui ha potuto parlarci del libro da lui scritto dal titolo Nomi, cognomi e infami. Lo abbiamo conosciuto per il lasso di tempo intercorso fra l’arrivo e l’inizio dell’evento, notando in lui una consapevolezza e una serenità ammirevoli nonostante le minacce subite, le intimidazioni e i tentativi di delegittimazione con cui convive da quando ha cominciato questo percorso di sensibilizzazione delle coscienze che lo “costringe” a vivere scortato da due uomini armati 24 ore al giorno.

A testimonianza di ciò ci sono sensazioni come sofferenza, rischio, paura che ti rimangono cucite addosso giorno dopo giorno, denuncia dopo denuncia. Giulio ci ha raccontato tante storie, compresa la sua, ma in ognuna il filo conduttore risultava essere il potere economico di cui gode tutt’ora la ‘ndrangheta nel nord Italia. Un potere che l’ha portata ad inserirsi in tutti i settori economici, gestione del denaro pubblico compresa, istituzionalizzandosi e facendo divenire la corruzione sistema.

Ma da noi non se ne parla, come se fosse un problema solo e soltanto del Sud. Perché discuterne sarebbe molto probabilmente inteso come un segnale di ammissione che “la mafia al nord esiste”; per cui si dovrebbero cercare soluzioni ma pure tracciare un’ideale riga rossa fra buoni e cattivi senza nascondersi dietro al parafulmine della sentenza per etichettare qualcuno come impresentabile, proprio quanto detto da Paolo Borsellino in un memorabile intervento a proposito dell’opportunità politica.
Il lavoro di Giulio è perciò prezioso per risvegliare dal profondo torpore i negazionisti, ma non si può fermare li, dobbiamo essere noi giovani a farci a nostra volta portatrici della speranza di cambiamento avendo il coraggio di essere liberi.

Andrea Fossati 
Coordinatore giovani Italia dei Valori Piacenza


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