mercoledì 5 gennaio 2011

05/01/2011 - Rivoluzione civile e morale all'insegna della legalità


Da molti mesi assistiamo impotenti al susseguirsi di scandali che investono costantemente uomini della maggioranza guidata da Silvio Berlusconi. Un vortice di malaffare senza fine all’interno della coalizione di Governo ormai sfasciata da lotte fratricide e sul punto di collassare da un giorno all’altro. I casi più eclatanti hanno riguardato Nicola Cosentino (tutt’ora indagato per concorso esterno in associazione camorristica e su cui pende una richiesta d’arresto della magistratura), Aldo Brancher (nominato Ministro del Federalismo (?) per poter usufruire del “legittimo impedimento” e scampare al processo Antonveneta) e Claudio Scajola (deve ancora spiegare perché risulterebbe che ha acquistato una casa per una cifra di 600 mila euro e perché un imprenditore avrebbe versato per lui il rimanente, cioè 900 mila euro in 80 assegni bancari), tutti e tre dimessisi dai loro incarichi istituzionali prima di essere sfiduciati dal Parlamento, ma tuttavia sempre difesi a spada tratta dalle truppe della Pdl.


Si è poi aggiunta la “cosca massonica” denominata P3, con i vari Marcello Dell’Utri, Flavio Carboni, Arcangelo Martino e Pasquale Lombardi che tramavano per intrecciare rapporti con i vertici del Csm, della Magistratura e della Corte Costituzionale al fine di avere vantaggi di ogni tipo. Altro che “pensionati sfigati” come li ha definiti il Presidente del Consiglio, stigmatizzando il loro operato e accusando nel più scontato e trito dei copioni la “sinistra dell’odio”.

Un minimo di buon gusto e di senso dello Stato avrebbero suggerito al leader di qualsiasi Paese Europeo di scaricare senza appello i protagonisti di questi torbidi intrecci politico-affaristici, chiedendo scusa ai cittadini come prima cosa anzichè gettare discredito sull’operato dell’opposizione e della magistratura.

Perché piaccia o no le armi usate da un Premier sono queste: bastonare mediaticamente con dossier costruiti ad arte coloro che criticano l’operato suo e dei suoi sodali. Prendiamo il recente esempio di Gianfranco Fini, espulso dal Pdl perché colpevole di aver dissentito dall’operato di Berlusconi.

Ebbene, non passa giorno che il manganello composto dall’accoppiata dei giornali di famiglia (“Libero” e “Il Giornale”), a cui aggiungiamo parte della Rai e le reti Mediaset, picchi sulla sua testa con rivelazioni o presunte tali inerenti la casa acquistata a Montecarlo. Di contro invece non si proferisce parola su un altro recente scandalo rappresentato dalle accuse gravissime mosse al coordinatore Pdl Denis Verdini, la cui banca emetteva ingenti prestiti alla cricca di turno senza ricevere alcuna garanzia (è emerso un conflitto d’interessi dello stesso Verdini per la cifra di 60 milioni di euro). E’ palese la dannosità dell’operato di quest’ultimo rispetto alla querelle Fini – che pure deve chiarire alcuni aspetti importanti sull’acquisto dell’abitazione francese – tuttavia quanto accaduto all’interno Credito Cooperativo Fiorentino vuole essere rappresentato nel mondo mediatico berlusconiano come la classica bolla di sapone estiva. Stessa sorte di Fini è toccata per anni ad Antonio Di Pietro, nemico numero uno da abbattere perché colpevole di denunciare costantemente l’uso privatistico delle istituzioni da parte del Premier. La strategia quindi non cambia: si vuole denigrare il nemico con il chiaro obbiettivo di distruggerlo agli occhi dell’opinione pubblica.

Riteniamo perciò indispensabile porre fine ad un Governo fatto di leggi ad personam (la trentanovesima, ultima in ordine di tempo, permetterà alla Mondadori, azienda di proprietà di Berlusconi, di pagare 8.6 milioni di euro al Fisco anziché 173 per un vecchio contenzioso avente ad oggetto l’evasione di tasse) ha ignorato una crisi economica durata mesi non riconoscendola e senza produrre di conseguenza uno straccio di riforma. Altresì il gigantesco conflitto d’interessi in capo a Silvio Berlusconi ha stressato, snervato le Istituzioni dal più profondo e deve essere cancellato una volta per sempre, così come la legge elettorale peggiore della storia Repubblicana. Tutto ciò dovrà essere tradotto in verbo da tutti coloro che credono in questo progetto fatto di enorme responsabilità politica. Per dare finalmente il via ad una rivoluzione civile e morale all’insegna della legalità

Andrea Fossati - coordinatore giovani Italia dei Valori Piacenza

0 commenti:

Posta un commento