venerdì 28 luglio 2017

28/07/2017 - Il taglio dei vitalizi : battuto un colpo in Parlamento



Prima di affrontare il tema in oggetto occorre fare una precisazione: il cosiddetto "assegno vitalizio" per i Parlamentari è stato abolito nel 2012 ed al suo posto vige ora un sistema di tipo previdenziale con la possibilità di andare in pensione a 65 anni. Che scendono a 60 anni se i mandati salgono a due (10 anni di legislatura). Tuttavia gli Onorevoli che avevano terminato il loro mandato al 30 dicembre 2011 stanno continuando a beneficiare del vecchio vitalizio. 

Come ha spiegato Repubblica, la proposta di legge Richetti approvata alla Camera prevede l'introduzione di un sistema previdenziale uguale a quello di cui usufruiscono i lavoratori dipendenti con l'estensione dello stesso anche a tutti gli ex Parlamentari. In soldoni per quest’ultimi si va a mettere mano al vecchio assegno e lo si decurta adeguandolo al sistema contributivo. La norma vale anche per i Consiglieri Regionali.

Ecco qualche esempio di decurtazione: Fausto Bertinotti passerà da 4852 a 2911 euro, Nichi Vendola da 4985 a 2991, Franco Marini da 6457 a 3875 ecc...

Ora la proposta di legge dovrà passare al vaglio del Senato ma c'è già chi scommette su uno stop oppure si augura che la Corte Costituzionale cancelli la stessa perché non si può toccare un diritto acquisito. 

Su quest'ultimo punto occorre fare una riflessione più ampia ovvero i tanto vituperati diritti acquisiti, nel caso specifico, sono il risultato di decenni di pensioni troppo alte rispetto a quanto versato ed ora un’intera classe di lavoratori più giovani deve pagare di più per mantenere quelle pensioni. E che quegli stessi lavoratori, a parità di potere d’acquisto del reddito da lavoro, percepiranno una pensione molto più ridotta (e molto più tardi) rispetto ai pensionati di oggi. Fine della divagazione. 

Tornando al tema, in una situazione di conti pubblici così disastrata, parlare di qualcosa che mi spetta da qui all'eternità riguardo ai vitalizi è fuori luogo, dato altresì che i contributi versano dagli Onorevoli sono di gran lunga minori di quanto già percepito. Con l'approvazione alla Camera della proposta di legge Richetti un buon segnale è stato dato, in attesa dell'ok definitivo. 

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